Corriere-Roma-LA SCUOLA E LE FILE
La richiesta di "tempo pieno" LA SCUOLA E LE FILE di PAOLO FALLAI Disorientati e preoccupati. Sono questi gli stati d'animo di gran parte dei genitori romani che in questo mese devono i...
La richiesta di "tempo pieno"
LA SCUOLA E LE FILE
di PAOLO FALLAI
Disorientati e preoccupati. Sono questi gli stati d'animo di gran parte dei genitori romani che in questo mese devono iscrivere i propri figli a scuola. È una proiezione difficile, carica di responsabilità: bisogna scegliere l'istituto, cercare difficili informazioni sulle sezioni e sugli insegnanti, districarsi nelle mille offerte dell'autonomia cercando di non perdere di vista le qualità essenziali, a Roma inseguire delicati equilibri "logistici" e di traffico tra l'ufficio dei genitori e la sede della scuola. A queste si è aggiunta l'incertezza sul destino del tempo pieno. Alimentata dai molti confini tuttora indefiniti della riforma Moratti -- la discussione sui decreti attuativi è ancora in corso e per ora nessuna decisione operativa è stata presa - e dai molti slogan che hanno condito le intenzioni del ministero. Primo tra tutti quel "restituiamo i figli alle famiglie" che unito alle esigenze di risparmiare sui costi dell'istruzione pubblica, ha provocato più di un fondato timore. Se la scuola pubblica deve tagliare - è il ragionamento che molti genitori hanno fatto - finirà per sacrificare il tempo pieno e il tempo prolungato.
È appena il caso di ricordare che flessibilità di orario e servizi aggiuntivi sono gli argomenti messi in maggiore evidenza dall'efficiente marketing della scuola privata, che le famiglie evidentemente cerca di solleticarle dove sono più sensibili. Quello che interessa è invece il progressivo, costante, aumento delle classi destinate al tempo pieno dalla scuola pubblica negli ultimi anni, in modo corrispondente ai bisogni di una società romana sempre più complessa ed evoluta. Con un rispetto, che ormai si credeva consolidato, nei confronti delle legittime aspirazioni lavorative e professionali delle madri, sulle cui spalle in larga misura anche a partire dalle 16 o dalle 16.30 - è bene ricordarlo - ricade il compito di occuparsi dei figli.
Sono di ieri i dati della scuola materna comunale che ha aumentato, portandole a 1.035, le sezioni che offrono il tempo pieno. Il Campidoglio - le cui classi accolgono i tre quinti degli oltre 53.000 bambini romani dai 3 ai 6 anni - si è impegnato non solo a non ridurre ma ad ampliare ulteriormente queste classi. Eppure, il bisogno che emerge dalle famiglie è tale che ci sono bambini in lista d'attesa. E genitori che per le iscrizioni hanno fatto la fila a partire dalle tre di notte davanti alle scuole.
Ma quel che non emerge quasi mai, nelle pur vivaci discussioni su questi temi, è il lavoro appassionato, oscuro e spesso sottovalutato, compiuto dagli insegnanti della scuola pubblica per trasformare il vecchio "dopo scuola", in momenti autenticamente formativi. Quello che era nato come un "parcheggio" e che è diventato un luogo di socialità condivisa, a partire da quel mangiare insieme che spesso è uno dei momenti di maggiore confidenza tra insegnanti e ragazzi. Sempre che interessi ancora la scuola pubblica non solo come recipiente di nozioni, ma come "casa alternativa" dove si sperimentano le regole del vivere comune.
pfallai@corriere.it