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Corriere-Roma-Istruzione, tempi e soldi-LE PENNE DI PAVONE

Istruzione, tempi e soldi LE PENNE DI PAVONE di ERALDO AFFINATI Arrivano i soldi necessari a finanziare la nuova riforma scolastica. Una buona notizia, direte voi. Ma facciamo attenzione. Sti...

21/01/2005
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Corriere della sera

Istruzione, tempi e soldi
LE PENNE DI PAVONE

di ERALDO AFFINATI

Arrivano i soldi necessari a finanziare la nuova riforma scolastica. Una buona notizia, direte voi. Ma facciamo attenzione. Stiamo parlando delle primarie e secondarie inferiori (elementari e medie, come si diceva una volta).
Se si tratta di fondi che in buona parte dovranno coprire spese già effettuate dagli istituti (quelle relative, fra l'altro, alle ore opzionali rese obbligatorie dalle eminenze grigie di cui si serve la Moratti), siamo di fronte a un clamoroso ritardo nei sovvenzionamenti, visto che il primo quadrimestre è agli sgoccioli e le attività didattiche dovrebbero essere al giro di boa. In questi giorni i presidi romani vengono convocati all'ufficio scolastico regionale di via Ostiense nell'intenzione di favorire la cosiddetta "riforma partecipata". Ma i problemi da risolvere riguardano soprattutto il presente: il Corriere ha evidenziato un paio di giorni fa quali sono i più urgenti. Cinquemila cattedre coperte da supplenze, venti mai assegnate. Alunni che alla fine di gennaio ancora attendono gli insegnanti. Cosa significa in concreto? Se il bambino è piccolo, sono i genitori a protestare. Se è adolescente, lo fa lui stesso abbandonando l'aula. In certe zone di Roma il tasso di dispersione scolastica è fra i più alti d'Italia. Invece di parlare di questo, viene enfatizzata la diffusione in Rete della bozza legislativa della riforma delle superiori. È tutto da dimostrare che si riuscirà a realizzarla davvero entro il termine della legislatura.
Se ciò avvenisse, l'istruzione professionale dovrebbe passare sotto la responsabilità delle Regioni. In questo caso un meccanico sarà addestrato ad essere prima di tutto un meccanico e solo in un secondo momento, se resta il tempo, un cittadino. E il compito di formazione culturale che, secondo la Costituzione, rappresenta uno dei fondamenti basilari della Repubblica, dove lo mettiamo?
Alcuni osservatori maliziosi hanno pensato che rinnovare la divulgazione di questi propositi proprio a gennaio, quando i genitori iscrivono i figli a scuola, penalizzi gli istituti professionali che a Roma, dopo anni di forte espansione, registrano un calo di studenti. I giovani con ambizioni tecniche potrebbero scegliere gli istituti industriali (il futuro liceo tecnologico); quelli con difficoltà non riceverebbero nei corsi professionali l'adeguato supporto di cui hanno bisogno. Ricordiamo che nel nostro Paese l'obbligo scolastico è di fatto ancora limitato ai quattordici anni. Comunque sia, le tasse aumentano anche nei licei pubblici: ad esempio, da settantacinque euro a centocinque euro per alunno al Liceo Scientifico Keplero di via Gherardi, secondo la delibera del consiglio d'istituto. Vuol forse dire che per assicurare servizi migliori bisogna appellarsi alle famiglie? Sono queste le ragioni che ci spingono a considerare gli ultimi stanziamenti per Roma e il Lazio come le classiche due penne di pavone attaccate alla coda di un corvo.

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