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Corriere-Roma-BUROCRAZIA E DIDATTICA

Insegnanti e supplenti BUROCRAZIA E DIDATTICA di ERALDO AFFINATI Forse non tutti sanno che nel mese di agosto, sebbene studenti e professori siano in vacanza, il mondo della scuola è in p...

06/08/2005
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Corriere della sera

Insegnanti e supplenti
BUROCRAZIA E DIDATTICA
di ERALDO AFFINATI
Forse non tutti sanno che nel mese di agosto, sebbene studenti e professori siano in vacanza, il mondo della scuola è in pieno fermento: quello romano, come il lettore capirà leggendo i servizi pubblicati oggi, ancora di più. Siamo tutti convinti che quanto accadde lo scorso anno nelle aule della nostra città dovrebbe essere scongiurato: per assistere alle lezioni di certi docenti molti ragazzi furono costretti ad attendere, nello sconcerto generale, fino a gennaio. Uno spettacolo mortificante che certo non alimenta la fiducia nella scuola pubblica. Allo scopo di evitare che si ripeta, il Centro dei servizi amministrativi della Capitale corre ai ripari. Come? Innanzitutto verranno subito utilizzati i nuovi assunti (4.526 a Roma e nel Lazio), reduci da lunghe stagioni di precariato, i quali vedono finalmente premiata la loro costanza: questa è senz'altro una buona notizia, anche se, come tengono a precisare le organizzazioni sindacali, stiamo parlando del dieci per cento rispetto alla massa di quelli che dovranno restare in fila.
Ma la vera novità annunciata da Maddalena Novelli, attiva direttrice dell'Ufficio scolastico regionale, a parte l'installazione del video al plasma con le date di convocazione degli insegnanti, già operativo nella storica sede di via Pianciani, in quel mitico ingresso che tutti ricordiamo come il regno della confusione, è nel coinvolgimento di otto scuole romane, chiamate polo, dal "Tasso" al "Newton", dal "Duca degli Abruzzi" al "Settembrini", nelle pratiche relative alle nomine annuali. Si tratta di una prassi non nuova, ma stavolta è stata estesa in modo significativo. I professori, che un tempo erano costretti a firmare i contratti di assegnazione temporanea negli androni improvvisati dell'Esquilino, adesso lo faranno, presumibilmente con maggior agio e minor tensione, negli istituti appositamente indicati, divisi per disciplina e scelti anche in base a criteri logistici per facilitare il loro raggiungimento da parte dei docenti provenienti dalla provincia. Tutto ciò con la proclamata e indiscutibile intenzione di snellire le procedure e velocizzare i tempi delle assegnazioni.
Resta da capire se questo decentramento burocratico, che sembra configurarsi come una sperimentazione destinata a conoscere ulteriori sviluppi, sia giusto oppure no. Sebbene le pratiche vere e proprie, come sappiamo alquanto laboriose e complicate, continueranno ad essere espletate nell'ex Provveditorato, colpisce che gli istituti, già oberati dagli impegni di loro stretta competenza, peraltro in forte aumento nel regime dell'autonomia, vengano caricati di un peso supplementare non trascurabile. I presidi intervistati in queste pagine si dichiarano contenti mostrando ottimismo riguardo all'utilità della nuova procedura. Ma noi ci chiediamo: le scuole non dovrebbero essere soprattutto organismi didattici? Perché trasformarle anche in uffici?


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