Corriere - Riforma scolastica, promozione con riserva
Nel dibattito aperto a tre giorni dal varo del provvedimento, i commenti più positivi arrivano dai presidi: "Gli otto licei vanno bene" Riforma scolastica, promozione con riserva Genitori e sin...
Nel dibattito aperto a tre giorni dal varo del provvedimento, i commenti più positivi arrivano dai presidi: "Gli otto licei vanno bene"
Riforma scolastica, promozione con riserva
Genitori e sindacati perplessi di fronte alle elementari "anticipate", studenti entusiasti per la bocciatura ad anni alterni
Alla scuola milanese, la riforma del ministro Moratti piace. Con riserva. Dovuta al tempo, prima di tutto. La nuova scuola irrompe nel bel mezzo degli scrutini del primo quadrimestre. Gran lavoro per presidi e professori, poco tempo per studiare le "norme generali sull'istruzione". In tutto una dozzina di pagine scaricate da www.istruzione.it, un grafico colorato e un riassunto delle innovazioni. Sulla carta convince, ma prima di dire che soddisfi dovranno passare un bel numero di decreti attuativi. "I sei articoli della legge sembrano scritti dall'oracolo di Delfi, si possono interpretare a piacimento. Il quinto anno delle superiori ha una faccia poco chiara. Come chiude gli anni precedenti e come apre quelli futuri dell'università? Ed è solo un esempio". Guido Panseri, che insegna filosofia al classico Berchet, rimane perplesso ma non sfiduciato. Il fine settimana (la legge delega è stata approvata venerdì scorso) è servito per intrecciare pareri e dubbi. Per esempio, sui cinque anni e mezzo che sono ora sufficienti per sedersi sui banchi delle elementari. "Una vera e propria sorpresa, che non condividiamo affatto - puntualizza Rita Frigerio, segretario generale della Cisl scuola di Milano -. Il dibattito precedente non aveva toccato questa proposta, che non è mossa da esigenze pedagogiche. Solo per far tornare il conto del percorso formativo ai 18 anni, si anticipa l'inizio. Ma la scuola materna non ha connotazioni di tipo assistenziale, piuttosto riferimenti psicologici precisi. Un modello apprezzato e, adesso, scardinato".
Ma è cambiata l'architettura, c'è lo schema 1"2"2, dove il primo anno serve per accogliere i più piccoli. "Ma lo insegnano proprio in seconda elementare: cambiando l'ordine degli addendi, la somma non cambia. Non è solo questione di schemi, bisogna fare dei grossi adattamenti". Agitazione tra le mamme e primi conti. A settembre potranno iscriversi al primo anno della scuola d'infanzia i bambini che compiono i 3 anni o i 6 entro il 28 febbraio 2003, comunque chi compie gli anni entro il 31 agosto (fino ad ora il termine era il 31 dicembre).
"Il mio Filippo potrà fare la prima il prossimo anno, a 5 anni e 7 mesi. Ma in classe, a settembre, troverà anche Gianluca che di anni ne avrà 6, e Rossella che ha quasi 7 anni, perché è nata 15 gennaio del '96". Una "forbice" forse troppo ampia. Riforma promossa o bocciata? "Può essere una pura esercitazione degli ingegneri della didattica - prosegue Guido Panseri - oppure una nuova idea di scuola davvero efficace. Il titolo della legge dice "norme sui livelli essenziali", ecco bisogna vedere cos'è l'essenziale per il ministro Moratti e i suoi esperti".
"Per ora - gongola Rocco, prima liceo classico - c'è di buono che con la storia della promozione e bocciatura ogni due anni, si può stare tranquilli almeno un anno". Paolo, studente irrequieto di terza elettronica, teme il ritorno del voto di condotta. Sul tema i ragazzi si dividono, ma non fanno barricate, per ora. La "scuola nuova" piace ai presidi. "Gli otto licei ci vanno bene - afferma Bruna Sinnone, a capo dell'Itc Besta - speriamo solo di trovare programmi liceali, con la cultura classica e la filosofia, e non istituti tecnici travestiti da liceo. Se verranno davvero garantiti i rientri reciproci tra licei e professionali, il doppio canale è una grande rivoluzione".
"A una prima sommaria lettura - aggiunge Giovanni Gaglio, preside dell'istituto Agnesi - condivido la conferma della durata quinquennale seguita al dibattito di questi ultimi mesi. Ora bisogna conoscere quali saranno i curricoli rispettivamente della quota nazionale e regionale. Particolarmente interessante risulta il quinto anno, a valenza plurima, non quindi un anno integrativo in funzione ancillare o soltanto propedeutica all'università. L'altro aspetto che ho colto con soddisfazione, come capo di istituto, è l'incentivazione della formazione in servizio dei docenti, anche con lo sviluppo di carriera e l'attribuzione del rimborso delle spese di autoaggiornamento sostenute dagli insegnanti". La scuola che verrà è per ora un disegno a chiaroscuro. "Una zona d'ombra è sicuramente la valutazione ogni due anni, già è difficile valutare dopo un quadrimestre, figuriamoci alla fine di un biennio" osserva Maria De Prisco, insegnante alla scuola media inferiore Rodari. E con lei, molti altri insegnanti preoccupati del disimpegno che alcuni allievi potrebbero manifestare.
Cronaca di Milano