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Corriere-Riforma, discutere senza pregiudizi

Riforma, discutere senza pregiudizi LE AULE E LA PIAZZA di GIORGIO DE RIENZO La cronaca ha registrato un...

16/04/2005
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Corriere della sera

Riforma, discutere senza pregiudizi
LE AULE E LA PIAZZA
di GIORGIO DE RIENZO
La cronaca ha registrato una contestazione della riforma della scuola che ha messo d'accordo giovani e adulti. Migliaia di studenti, genitori e professori, hanno occupato istituti professionali di Milano (e della Lombardia) per ottenere il ritiro della bozza del decreto ministeriale che darebbe il via all'estensione dell'obbligo scolastico fino ai diciotto anni, per due canali. Un primo per i licei propedeutico all'università; un secondo mirato a una qualificazione professionale più aggiornata spendibile sul mercato del lavoro. Non c'è accordo completo all'interno della maggioranza su questo decreto, mentre si stringono sempre di più i tempi per una sua definitiva approvazione. Da Roma giungono voci che, nel Ministero, si teme quello che in gergo si chiama "l'effetto Berlinguer": cioè uno stop alla riforma, proprio sul filo d'arrivo dopo una lunga e faticosa maratona. Quello che accadde nella precedente legislatura a un ministro grintoso come Berlinguer. E' facilmente prevedibile che le contestazioni di questi giorni si estendano da Milano e dalla Lombardia ad altre città e regioni d'Italia, dagli istituti professionali a quelli tecnici e ai licei. Ciò contribuirebbe a far scattare, quasi automaticamente, appunto "l'effetto Berlinguer". Sarebbe un grave errore.
Nella protesta che è stata covata a lungo nei mesi scorsi e pare ora vicina a scatenarsi in tempesta ci sono due spinte forti: una molto nobile, l'altra un po' meno. Il tema della protesta nobile è quello di combattere un futuro sistema scolastico che, per dirla con una metafora usata da un professore contestatore, porterebbe a relegare lo studio di Dante solo nei licei: cioè a conservare i privilegi di alcuni studenti, abbandonando tutti gli altri al loro destino di gregari nella scala gerarchica della società.
Di questo tema nobile si fanno portavoce soprattutto i giovani, con la generosità che è loro propria. La spinta meno nobile è invece quella che si propone di rimandare tutto e mantenere intanto lo statu quo : come è sempre accaduto nella storia della nostra scuola, che ognuno vorrebbe cambiare a patto che non si elimini un solo insegnamento esistente e non si tocchi il principio (di pura forma) che possa continuare il sogno di una società di uguali. La riforma Moratti ha certo dei difetti che si potrebbero correggere nel tempo, ma ha anche dei pregi.
E la realtà è che oggi gli abbandoni, dopo l'obbligo, sono in continuo aumento e che la scuola lascia per strada molti giovani, mentre concede a tutti la possibilità (teorica) di accedere all'università, senza fornire però gli strumenti adeguati per affrontarla. E' su questi temi, senza pregiudizi, che si dovrebbe discutere per fare una scuola sempre più moderna e attenta ai giovani.


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