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Corriere-Ricerca, assedio dei precari alla Statale

Milano, manifestanti con camice e mascherina: "Siamo una specie in via di estinzione" Ricerca, assedio dei preca...

03/03/2005
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Corriere della sera

Milano, manifestanti con camice e mascherina: "Siamo una specie in via di estinzione"
Ricerca, assedio dei precari alla Statale
Girotondo di protesta contro la riforma Moratti. "Più fondi e posti di lavoro stabili"
MILANO - Con il camice e la mascherina da panda, "perché siamo una specie in via di estinzione". Con gli slogan - "Salviamo l'università" - le assemblee e l'astensione dal lavoro. Con le catene umane attorno alla sede centrale della Statale, in via Festa del Perdono. Oltre mille persone, ieri mattina, hanno "abbracciato" l'Università degli Studi. Ricercatori precari, assegnisti, dottorandi, professori ordinari e studenti hanno circondato il perimetro della Ca' Granda tenendosi per mano. Per manifestare contro il decreto legge di riforma dello stato giuridico dei docenti universitari.
Giovani, anziani, storici e biologi, docenti della Bicocca e del Politecnico si sono dati appuntamento intorno alle dieci, aderendo allo sciopero nazionale organizzato dalle associazioni della docenza. Quindi, dopo la manifestazione, si sono riuniti nell'aula Crociera della facoltà di Giurisprudenza.
"L'Assemblea è stata molto partecipata - commenta soddisfatto Michele Zucali, ricercatore del dipartimento di Scienze della Terra - e non c'eravamo solo noi di Scienze, ma anche una buona rappresentanza di altre facoltà e docenti del Politecnico e della Bicocca. Un altro dato positivo, la presenza degli studenti".
Tra le richieste dei ricercatori, la stabilità del posto di lavoro, il rifinanziamento dei progetti cui stanno lavorando "e che sono messi in discussione", la possibilità "di fare sul serio ricerca". Ancora: "Siamo contro una riforma che intende eliminare il ruolo del ricercatore, costringere a un lungo precariato i giovani che vogliono accedere alla carriera universitaria, premiare i docenti che esercitano una professione all'esterno dell'università, limitare le possibilità dei professori di svolgere attività di ricerca". Alla catena umana ha preso parte Mario Agostinelli, ex segretario lombardo della Cgil, capolista di Rifondazione alle regionali e ricercatore dell'Enea. "La crisi dei giovani ricercatori - ha detto - è il segnale del declino che colpisce la Lombardia e il nostro Paese".
Anche Marcello Pignanelli, preside della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell'Università degli Studi, ha partecipato all'assemblea, sottolineando gli effetti negativi della riforma sulla qualità del sistema universitario. E mentre si pensa già alle prossime forme di protesta - "Stiamo pensando di mostrare come sarebbe l'università senza ricercatori, rinunciando alla didattica, agli esami, ai laboratori" - gli effetti dello sciopero di ieri si sono fatti sentire negli atenei milanesi. Al Politecnico, soprattutto, dove ieri mattina erano in programma le discussioni delle tesi di laurea.
Molti studenti di ingegneria civile e informatica sono stati costretti a rimandare "il gran giorno" per l'assenza dei docenti. E le polemiche si sono fatte sentire. "Mio figlio - racconta furibondo un padre - doveva laurearsi in ingegneria informatica. Sua sorella è arrivata da Londra per l'occasione. Ebbene, per tutta la mattina ci hanno fatto aspettare. Abbiamo cercato di parlare con il rettore, abbiamo protestato, abbiamo chiesto di accorpare alcune commissioni per garantire il numero legale. Alla fine è arrivato il preside, Nicola Schiavoni. Ci ha promesso che le lauree si faranno oggi. Ma un conto è saltare le lezioni, un conto la discussione delle tesi".

Annachiara Sacchi


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