Corriere-Rendimento, se la pagella la danno gli studenti
Rendimento, se la pagella la danno gli studenti Noi abbiamo il Pof. Avevamo il Pei, una mezza riforma fa. Agli inglesi è capitato il Pat, ovvero " pupil achievement tracker ". Per carità, nulla...
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Rendimento, se la pagella la danno gli studenti
Noi abbiamo il Pof. Avevamo il Pei, una mezza riforma fa. Agli inglesi è capitato il Pat, ovvero " pupil achievement tracker ". Per carità, nulla da scrivere, è soltanto un software inviato su cd-rom ai vari presidi. Cosa contiene? Niente di meno che la soluzione del dibattito che arrovella la scuola italiana oggi: ma come diavolo si valuta la bravura di un insegnante? Ma con il Pat, appunto. Letteralmente, il " marcatore del rendimento degli scolari ". Insomma, è un sistema per valutare l'efficacia del lavoro didattico nelle diverse discipline, "calcolata" con la comparazione dei risultati ottenuti dagli studenti. Semplice, no? Mica tanto. Quando lo ha annunciato il ministro dell'Istruzione, Charles Clarke, sindacati e professori si sono opposti. Non è che con questo marcatore elettronico si abbassa e si alza lo stipendio degli insegnanti in funzione dei risultati ottenuti dai loro ragazzi? Cosa abbia in mente il governo inglese non è dato a sapere. Gli inglesi, questo lo sappiamo già, non disprezzano monitoraggi e test finalizzati a "misurare" qualcosa, con trasparenza. Ma siamo sicuri che sia tutto merito dell'insegnante se uno studente raggiunge brillanti risultati? Alcuni studiosi limitano ad un 20-25% il peso dell'insegnante sulla prestazione dell'allievo. Al resto, che è davvero tanto, concorrono tante variabili. Non ultima la testa dello studente. Se la materia prima, tra emisfero destro e sinistro, scarseggia o è diversamente utilizzata, hai voglia di incentivare il prof a far di tutto e di più.