Corriere: Quirinale, invito all'esecutivo: tema cruciale, sì al confronto

A Milano Il Presidente incontra gli studenti. Applausi alla Bocconi e alla Statale

Napolitano: c'è il rischio che nel movimento siano introdotti elementi devianti

Il capo dello Stato: da tutti emerge la volontà di confronto concreto sulle proposte di cambiamento

MILANO — Dice d'aver raccolto «volontà positive» sia dai rettori degli atenei lombardi sia dagli studenti. Perciò, forte di questi dialoghi incrociati, il presidente della Repubblica gira un appello ai ministri coinvolti nella prova di forza che agita le piazze (Tremonti e Gelmini), «nel presupposto che si voglia e si renda possibile il confronto ». Infatti, spiega, «confido che anche da parte di chi ha responsabilità di governo in questo campo cruciale si sia pronti a intavolare una discussione e a sentire le ragioni dell'università, espresse nel modo più disinteressato e più costruttivo ». E, puntualizza, completando il ragionamento: «Pure i messaggi che mi hanno dato i rappresentanti degli studenti vanno nella stessa direzione».

Si mostra soddisfatto, Giorgio Napolitano, al termine della sua densa giornata milanese, trascorsa tra la Bocconi e la Statale, durante la quale ha verificato di persona le ansie e gli umori del mondo dell'istruzione pubblica. Da tutti gli interlocutori che si è trovato di fronte, racconta, è emerso «l'interesse a una riforma volta alla valorizzazione del ruolo insopprimibile dell'università e della ricerca». Una «volontà positiva», appunto, «di aprirsi a una seria riflessione e a un confronto concreto sulle proposte di cambiamento». Il che significa, per lui, che un'analoga disponibilità dovrebbe ora essere manifestata da Palazzo Chigi, se si intende evitare sul serio uno sterile muro contro muro.

Nessuna promessa («non ne faccio mai») né allarmi sul fronte degli studenti, precisa poi. I loro rappresentanti con cui ha parlato (ed erano le componenti più diverse, dai bocconiani pre-manager e per una volta non algidi ai ragazzi di Comunione e liberazione fino a quelli della sinistra, incontrati in Statale) «mi hanno fatto un'impressione molto confortante, di disponibilità». Un giudizio che vuole estendere il più possibile anche se, aggiunge, «naturalmente so bene che quello che viene descritto come movimento degli studenti è qualcosa di assai più ampio e anche di piuttosto tumultuoso, nel quale è abbastanza facile introdurre elementi devianti».

È la premessa a un avvertimento per evitare improprie strumentalizzazioni e pericolose infiltrazioni: «Gli scontri di piazza Navona hanno avuto grandissimo rilievo e sono il segnale dei rischi che si corrono... lo dico sapendo bene che non sono l'immagine vera, rappresentativa di questa grande massa che si è messa in agitazione».

Sono parole che allargano e approfondiscono il messaggio inviato un paio di settimane fa dal Quirinale ai delegati dell'«Onda» che l'hanno incontrato alla Sapienza di Roma. Quando il capo dello Stato sostenne che «c'è taglio e taglio » e che i tagli più giusti sono soltanto quelli che si possono decidere attraverso il metodo del confronto con l'universo della scuola.

«Scelte coraggiose di rinnovamento », insomma, perché «non sono sostenibili condizioni di pura difesa dell'esistente ». Un richiamo che gli studenti della Statale condividono, tanto è vero che l'hanno trascritto in un lungo striscione con il quale l'hanno accolto, tra applausi e grida declinate in romanesco di «Giorgio, mettece 'na pezza tu». Per quel che ha detto, chiudendo la trasferta a Milano (con una visita alla libreria antiquaria di via Rovello, dove si è intrattenuto con bibliofili come Umberto Eco e Guido Rossi), il presidente sembra aver raccolto l'appello. Vestendo i panni del lord protettore della scuola.

Marzio Breda