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Corriere-Quel monitoraggio nelle auleI RIMEDI TARDIVI

Quel monitoraggio nelle auleI RIMEDI TARDIVI di ERALDO AFFINATI I presidi di tutte le scuole romane e del Lazio sono stati convocati presso dieci istituti capofila. Alcuni funzionari ministeri...

23/10/2004
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Corriere della sera

Quel monitoraggio nelle auleI RIMEDI TARDIVI

di ERALDO AFFINATI

I presidi di tutte le scuole romane e del Lazio sono stati convocati presso dieci istituti capofila. Alcuni funzionari ministeriali ne stanno raccogliendo la testimonianza. Lo scopo di questa insolita chiamata è decifrare il disagio che serpeggia nelle aule della Capitale a proposito della riforma Moratti. Dai vertici decisionali si vogliono comprendere le ragioni concrete del fermento. Sarebbe utile sapere cosa stiano dicendo i dirigenti e gli insegnanti della nostra città agli ambasciatori del ministero dell'Istruzione di viale Trastevere. Possiamo immaginarlo a beneficio del lettore. Gli ispettori si aspettano colpi bassi: sull'alternanza scuola-lavoro, sulla regionalizzazione degli istituti professionali, sulle ore trascorse in mensa che non vengono considerate attività educativa, sulla parità scolastica. Ma di sicuro non è tutto qui: ci sono tanti altri piccoli e grandi nodi da sciogliere. Molti rispediscono al mittente il piano personalizzato per ogni alunno, il cosiddetto portfolio, che dovrebbe sostituire il vecchio programma nazionale. Se così fosse, ritiene qualcuno, i requisiti culturali minimi potrebbero non essere garantiti con la necessaria efficacia a tutti gli scolari. Alcuni mettono sotto accusa l'idea stessa del percorso individuale: secondo tale prospettiva, i bambini dovrebbero passare da una classe all'altra, seguendo questa o quella materia. Sapete, pensano in parecchi, con quali conseguenze? Gli alunni bravi andranno avanti, i più svantaggiati resteranno al palo, magari lasciati senza maestro, sotto il controllo dei bidelli, in mensa o biblioteca. Già oggi le famiglie che hanno i soldi per iscrivere i propri figli ai corsi d'inglese e informatica possono far valere i certificati di frequenza quali crediti scolastici. Le altre si devono accontentare delle ore curricolari.
Non pochi docenti, fra coloro che sono presenti alle riunioni, potrebbero accennare al pacchetto delle ore falcoltative: c'è chi lo definisce un modo elegante per dire che, nel computo complessivo, verranno tagliate ore di insegnamento. Il tutor, la nuova figura di insegnante con compiti e retribuzione superiori a quella degli altri colleghi, rischia di subire un attacco generalizzato: nelle scuole elementari dovrebbe essere lui a decidere il piano di studi del singolo alunno. E questo è difficile da accettare.
Forse non basterà il tempo per protestare contro la nuova scansione dei programmi: non è possibile che fino alla terza media, sostengono in tanti, in storia i ragazzi non sentano parlare almeno dell'Unità d'Italia e in scienze nessuno li renda edotti sul corpo umano. Insomma, se i diverbi scaturiti nei collegi docenti romani di settembre e ottobre emergeranno anche nel corso delle annunciate convocazioni c'è da prevedere una certa agitazione. Forse questa opera di monitoraggio dal basso andava fatta prima, non dopo il varo della legge in Parlamento (n.53-2003) mentre avanzano compatte le circolari e i decreti che presto dovrebbero renderla operativa.


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