Corriere: Pubblico impiego, «pagelle» per i ministeriali
Siglato il contratto di 200 mila statali. Oltre all'aumento di 101 euro, premi individuali al merito Come per Nicolais, l'auspicio dell'Aran, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle P.A., e di Cgil, Cisl e Uil, è che le trattative si concludano rapidamente anche per gli altri 2 milioni di lavoratori pubblici ancora senza contratto, a cominciare da quelli della scuola
Nicolais: ora gli altri accordi. Podda (Cgil): l'80% dei nostri iscritti a favore dei riconoscimenti ai più bravi
MILANO - Obiettivi da raggiungere e premi al merito, individuale e collettivo. È la prima volta che vengono indicati e messi nero su bianco in un contratto dei dipendenti pubblici, e di quelli che forse più scontano la cattiva fama di «fannulloni», i ministeriali, due istituti che persino in alcune aziende private vengono riconosciuti solo alla dirigenza.
Ed è una novità non da poco quella contenuta nel contratto dei 200 mila lavoratori dei ministeri, siglato ieri da governo e sindacati dopo un braccio di ferro durato un anno e mezzo, risolto con la firma per un aumento medio mensile, a regime, di 101 euro, e l'introduzione dei premi individuali al merito e gratifiche ai lavoratori di quegli uffici pubblici promossi dai cittadini. Questi ultimi, che troveranno la «Carta dei diritti» affissa agli sportelli, saranno chiamati a compilare una «citizen satisfaction card», una sorta di pagella sui servizi ottenuti, cortesia compresa.
Quanto a quello che sarà chiamato il «premio per l'apporto individuale al lavoro», a tutti i lavoratori non dirigenti saranno indicati, all'inizio dell'anno, gli obiettivi da raggiungere. È facoltà del capoufficio avvisare nel corso dell'anno il dipendente che si discosta eccessivamente dall'obiettivo, ma in caso di controversia il lavoratore che pensa di aver subito un'ingiustizia può rivolgersi ai sindacati. Per il ministro per le Riforme, Luigi Nicolais, l'accordo «rappresenta il primo passo di attuazione dell'intesa sul lavoro pubblico firmata il 6 aprile tra governo e sindacati ». Ricordando la «pluralità di strumenti volti a valutare la prestazione individuale e collettiva», Nicolais si è augurato che «rapidamente possano essere chiusi gli altri contratti del pubblico impiego ». E particolarmente soddisfatti sono apparsi gli esponenti sindacali.
«Speriamo di mettere a tacere chi dice il sindacato fatica ad affrontare il tema del merito» è stato il commento del segretario Cgil della Funzione Pubblica, Carlo Podda, secondo il quale l'accordo «è un atto di giustizia nei confronti dei lavoratori che chiedono di essere valutati per le loro capacità e il loro impegno». La meritocrazia è diventata un tema cruciale per il sindacato al quale, secondo un sondaggio effettuato dalla Cgil in vista delle elezioni nelle Rsu il prossimo autunno, ha detto Podda, «qualcosa come l'80% dei lavoratori chiede di essere valutato in base al merito ». Tanto che le novità introdotte «sono anche frutto della impostazione dei sindacati », che tra l'altro hanno chiesto e ottenuto norme più stringenti per le esternalizzazioni.
Anche per il segretario generale della Uil-Pa, Salvatore Bosco, il contratto è una «tappa importante del processo di rinnovamento e ammodernizzazione della pubblica amministrazione previsto dal memorandum sottoscritto col governo». A contestare l'accordo sono stati le rappresentanze di base (Rdb-Cub) che non hanno firmato Come per Nicolais, l'auspicio dell'Aran, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle P.A., e di Cgil, Cisl e Uil, è che le trattative si concludano rapidamente anche per gli altri 2 milioni di lavoratori pubblici ancora senza contratto, a cominciare da quelli della scuola.