Corriere: Protesta anti Gelmini «Dieci politico» in pagella
Bologna Tensione alla Longhena. La preside: in arrivo provvedimenti
Il voto più alto in tutte le materie. Il ministro: disorientano |
I docenti volevano adottare i giudizi nel primo quadrimestre.
Con l'obbligo dei voti è scattata la provocazione
DAL NOSTRO INVIATO
BOLOGNA — Dieci in tutte le materie, e vai. Da italiano a matematica, passando per ginnastica e religione. Bambini superdotati? No, maestre super-arrabbiate. Contro il ministro Gelmini e la sua riforma che introduce il voto in decimi al posto dei giudizi. E allora, per protesta, ecco sbucare da una delle scuole elementari storiche di Bologna, la «Longhena», fucina nei mesi scorsi delle contestazioni contro la riforma, la «pagella sessantottina ». Sì, il ritorno al voto politico.
A differenza però degli anni ruggenti, quando ci si accontentava del «6», ora si vola alto: 10 in tutte le materie. Una provocazione? «È un modo per dare un segnale forte », afferma una delle maestre che hanno capeggiato la rivolta, Marzia Mascagni. Che ora, però, deve attrezzarsi per fronteggiare la contro reazione. Che si annuncia poderosa, visto che è scesa in campo lo stesso ministro Mariastella Gelmini, bacchettando i rivoltosi: «Gli insegnanti non devono fare politica. È un fatto grave, che crea disorientamento nelle famiglie». La preside della scuola, Ivana Summa, ha già fatto sapere che «sono in arrivo provvedimenti disciplinari». Mentre i parlamentari di Forza Italia e Udc scaldano i muscoli: «La legge va rispettata, questi docenti si meritano zero in condotta».
La scuola «Longhena» (36 maestri, 370 alunni) sorge in un parco, è richiestissima ed è stata tra le prime ad introdurre un paio di decenni fa il tempo pieno. Nei mesi scorsi, al culmine delle proteste contro la Gelmini, docenti e genitori dell'istituto hanno attinto a piene mani all'armamentario sessantottino: occupazioni notturne della scuola (bambini compresi), cortei, sfottò. Alla decisione di adottare il voto politico sono arrivati tra mille tensioni. «A grande maggioranza— spiega Mascagni —, il collegio dei docenti aveva deciso di continuare ad utilizzare i giudizi per le pagelle del primo quadrimestre, garantendo così un passaggio graduale ». Ma la preside, dopo aver cercato di convincere gli insegnanti ad applicare la nuova legge, ha emanato un ordine di servizio, obbligandoli a trasformare i giudizi in voti. La risposta è stata una sfilza di 10. E per motivare tanta bravura da parte degli studenti, i maestri hanno anche allegato alle pagelle una valutazione, uguale per tutti: «L' alunno possiede competenze e conoscenze esaurienti in relazione alle proprie capacità ». I genitori pare l'abbiano presa bene. Figurarsi poi un ex sessantottino (e fondatore di Radio Alice nel '76), come Franco Berardi «Bifo», che al Corriere di Bologna dice: «Bravissime, lo proporrò al liceo in cui insegno lettere ». Pure l'assessore alla scuola, Paolo Rebaudengo, tifa per le maestre: «È un modo per portare alla luce un problema».
L'assemblea dei genitori e degli insegnanti di tutte le scuole bolognesi ha invitato gli altri istituti «a seguire l'esempio della Longhena». Il 10 politico «alla bolognese » rischia davvero di dilagare. Francesco Alberti |