Corriere: «Prof fannullone»: bocciati, fanno ricorso e vincono
Milano, impreparati per le assenze del docente. Il Tar: si ripeta l'orale della maturità
Milano, impreparati per le assenze del docente. Il Tar: si ripeta l'orale della maturità
MILANO — Il Tar della Lombardia ha accolto il ricorso di cinque studenti dell'istituto tecnico Moreschi «vittime» del superassenteista professor M. I ragazzi erano stati bocciati a luglio, ma il tribunale ha stabilito che entro settembre potranno ripetere l'esame orale di maturità. Secondo i giudici, a causa della perdurante assenza dell'insegnante, «non hanno ricevuto una preparazione sufficiente».
A luglio sono stati bocciati. «Siamo vittime del professor M., il super assenteista», hanno subito attaccato. Avevano ragione, almeno secondo la giustizia amministrativa. Ieri il Tar della Lombardia ha accolto il ricorso di cinque ragazzi dell'istituto tecnico commerciale Moreschi di Milano: entro settembre, potranno ripetere l'orale della maturità. Sentenza rara. Perché straordinaria è la vicenda: «Non hanno ricevuto una preparazione sufficiente — dice il loro avvocato —. Il giudice ne ha tenuto conto».
Storia paradossale di un professore allergico all'insegnamento. Nel 2002-2003 raggiunge il record del 72 per cento di assenze, quasi sempre per una malattia che fatalmente inizia di lunedì. Seguono trasferimenti, ispezioni e centinaia di certificati. Mesi trascorsi lontano dalla cattedra. Con effetti devastanti. Tra questi, la «strage» di bocciati alla scorsa maturità.
Il caso esplode a luglio: gli studenti del Moreschi affrontano gli esami finali. Su 40 candidati (due classi del professor M.), una commissione ne respinge 9, quattro privatisti e cinque «interni». Una Caporetto. Soprattutto in economia aziendale, la materia del docente refrattario all'insegnamento. Scoppia la polemica. «La colpa è anche della scuola — denunciano i genitori, che presentano ricorso — : per anni i nostri figli hanno fatto lezione a singhiozzo ». Sotto accusa anche i commissari: «Non hanno considerato la storia dei ragazzi ».
Quella storia, invece, è stata esaminata punto per punto dal Tribunale amministrativo della Lombardia. Che ieri ha stabilito: «Si dispone la convocazione della commissione d'esame, la quale dovrà curare la predeterminazione dei criteri di valutazione della prova e la ripetizione della stessa». L'orale si ripeterà. Entro la fine del mese.
Battaglia vinta, almeno in parte. L'avvocato dei cinque ex-bocciati, Enzo Barilà, spiega: «L'ordinanza cautelare del Tar, cui seguirà la sentenza definitiva, conferma un'irregolarità nello svolgimento degli esami: la commissione non aveva indicato i criteri con cui valutare i ragazzi». Questo il cavillo grazie al quale gli studenti ripeteranno l'orale. «In realtà — continua il legale — è stato considerato il fatto che questi giovani, loro malgrado, non sono stati preparati adeguatamente ». È stato questo l'elemento determinante per strappare il sì del Tar (è rarissimo che vengano accolti i ricorsi degli studenti bocciati). «Ma in questo caso le colpe erano evidenti», aggiunge Pino Fasulo, il padre di uno dei cinque.
Rimettersi alla prova, una seconda volta.
Con un piccolo ostacolo in più: la commissione sarà la stessa che a luglio ha bocciato i cinque ragazzi.
Qualcuno, nei corridoi del Moreschi, già mormora: «Andrà peggio di prima. I prof si vendicheranno ». Più tranquille le famiglie: «Non abbiamo paura. Speriamo che la valutazione sia serena». Resta una questione in sospeso: «Non escludiamo — continuano i genitori — di intentare un'azione risarcitoria nel caso in cui i nostri figli non ce la facessero».
Se ne parlerà a esame concluso. Per adesso, i ragazzi studiano insieme, si fanno coraggio, sperano. «Siamo fiduciosi », dicono. E il professor M.? Dopo due trasferimenti per «incompatibilità ambientale » e due indagini aperte (la Procura della Repubblica sul piano penale, quella della Corte dei conti sul piano contabile), la direzione scolastica lombarda lo ha assegnato a un incarico ammin istrativo. Avrebbe dovuto cominciare ieri. La storia, ancora una volta, si è ripetuta: assente. Ma il direttore scolastico regionale, Annamaria Dominici, non ha nessuna intenzione di fargliela passare liscia: «Gli abbiamo inviato un provvedimento di diffida. Entro 15 giorni deve prendere servizio ». Altrimenti? Sospiro: «Altrimenti vediamo».
I controlli Le indagini
• IL PROFESSOR M.
Docente di economia aziendale all'istituto tecnico Moreschi, nel 2002-2003 raggiunge un primato: il 72 per cento di assenze, che spesso iniziano dopo un weekend trascorso in Sicilia, nel paese natale.
L'anno successivo è lontano dalla cattedra per il 61 per cento del monte ore
• LE ISPEZIONI
La prima indagine cui M.
viene sottoposto risale al maggio 2005, su richiesta degli studenti che a luglio hanno sostenuto la maturità. L'ispettore scopre che il professor M. era già stato segnalato nel 1996 dal preside di allora dopo i risultati disastrosi ottenuti dagli alunni all'esame finale
• «RECIDIVO»
Nel febbraio 2007, il professor M. viene trasferito in un istituto alla periferia di Milano. Per fargli spazio, viene rimosso un supplente. Gli studenti protestano. Il 19 febbraio, M. fa domanda per svolgere una seconda attività. Permesso negato. Il professor M. comincia a non farsi più vedere. A fine aprile, il preside nomina un supplente
• IL TRASFERIMENTO
Dopo due trasferimenti e due indagini aperte (sul piano penale e contabile), la direzione scolastica lombarda assegna M. a un incarico amministrativo.
Ieri il primo giorno di lavoro: assente