Corriere: Premio di 350 milioni agli atenei virtuosi
Un patto per l'efficienza e la meritocrazia: rischio commissariamento per i peggiori. Sarà possibile aumentare le tasse
Premio di 350 milioni agli atenei virtuosi
Bilanci in regola, ricerca, assunzioni: il piano di Padoa-Schioppa e Mussi per l'università
ROMA — Trecentocinquanta milioni di euro da assegnare agli atenei con i bilanci a posto e i migliori risultati nella didattica e nella ricerca, ma anche vincoli alle assunzioni e piani di risanamento, con la minaccia del commissario, per quelli meno virtuosi. Con l'obbligo, per tutti, di ridurre il debito e stringere ancora i costi del personale e la possibilità, per chi vuole, di aumentare le tasse agli studenti.
IL PATTO — Il governo propone alle università un Patto per l'efficienza e la meritocrazia, che potrebbe essere applicato già dal 2008. A firmare il documento, inviato ieri alla Conferenza dei Rettori, al Consiglio degli Studenti e al Comitato Universitario Nazionale, sono stati i ministri dell'Università e dell'Economia, Fabio Mussi e Tommaso Padoa- Schioppa, tra i quali, dopo le aspre polemiche sui fondi agli atenei che hanno segnato l'ultima Finanziaria, è scoppiata la pace. Suggellata dal presidente del Consiglio, Romano Prodi. «Noi vogliamo un'università con più autonomia e più risorse e proponiamo un Patto che spinga la ricerca di una maggior efficienza » ha detto il premier in una conferenza stampa con i due ministri.
I PARAMETRI — «L'anno scorso eravamo in emergenza e non siamo andati troppo per il sott ile» ha ammesso Padoa-Schioppa, spiegando che lo scopo del Patto, suggerito dalla Commissione Tecnica per la Finanza Pubblica, non è tanto quello di spendere di meno (l'Italia è abbondantemente sotto la media Ue e Ocse), quanto «spendere meglio ». Premiando i virtuosi grazie ai parametri di efficienza che saranno stabiliti presto dall'Agenzia Nazionale di Valutazione, che secondo Mussi sarà operativa entro l'anno. Il 5% del Fondo ordinario, ovvero quasi 350 milioni di euro, dovrebbe essere ripartito già nel 2008 tra le università che hanno i migliori parametri e rispetto ai quali ricevono meno fondi di altre, sovrafinanziate in rapporto ai risultati.
I VINCOLI — Il Patto prevede innanzitutto la stabilizzazione del Fondo ordinario (circa 7 miliardi l'anno) che sarà indicizzato al costo del personale e all'inflazione, nonché il finanziamento dell'edilizia universitaria su base triennale. Per frenare l'indebitamento, verrebbe imposto un vincolo sulla spesa per gli interessi, che non potrebbe superare una quota tra il 2 e il 4% del Fondo assegnato a ciascun ateneo. Anche il tetto attuale alla spesa per il personale (90% del Fondo) verrebbe rivisto in modo più restrittivo, computando ad esempio anche i costi deg li aumenti contrattuali. Il che avrebbe effetti non indifferenti, visto che se oggi a sforare sono solo quattro università (Firenze, Pisa, Trieste e l'Orientale di Napoli), con i nuovi criteri proposti dal governo sarebbero ben 19.
LE PUNIZIONI — Chi dovesse sforare il nuovo tetto sarebbe costretto a ridurre al 35% il turn-over dei dipendenti, mentre per chi, oltre a sforare il tetto, avesse anche gli ultimi due bilanci in rosso, scatterebbe una cura ben più pesante. Il turn-over sarebbe ridotto al 20% e ci sarebbe l'obbligo di presentare ai due ministeri un piano di risanamento da seguire puntualmente, a pena di un commissariamento dell'istituto.
Maggiori risorse potrebbero essere garantite dalla possibilità di aumentare le tasse agli studenti fino al 25% del Fondo, mentre oggi il limite è del 16%. Per gli atenei, potenzialmente, dall'aumento delle tasse potrebbero arrivare quasi 700 milioni di euro l'anno in più, di cui il 50% dovrebbe però essere destinato ai servizi agli studenti e al finanziamento delle borse di studio