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Corriere: «Più studi, più punti hai» Cambia l'accesso agli atenei

Conteranno profitto e voto di maturità

28/07/2007
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Corriere della sera

ROMA — Fare il secchione conviene. Soprattutto se ci si vuole iscrivere ad una facoltà con numero chiuso. A partire dalla maturità del 2009 il voto dell'esame e il profitto degli ultimi tre anni, soprattutto nelle materie propedeutiche al corso di laurea, varranno fino a 25 punti. Mentre la prova di ammissione a base di quiz organizzata dalle università darà al massimo 80 punti.

Sono queste le principali novità contenute nello schema di decreto legislativo dei ministri Fioroni e Mussi approvato dal governo. Un provvedimento che potrebbe indurre molti ragazzi a passare più tempo sui libri, in un clima di sana competizione.

CORSI DI LAUREA — Le facoltà a numero chiuso, dove sarà possibile spendere il proprio curriculum sono Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura, Scienze della formazione, quelle regolate dalla legge 264 del 1999. In realtà gli sbarramenti sono tantissimi: le università infatti possono ricorrere al numero chiuso dove è prevista l'utilizzazione di «laboratori ad alta specializzazione ». Così i corsi che prevedono un test selettivo sono passati dai 242 del 2001 ai 1.060 del 2006, su un totale di 3.100. In questi casi la valutazione del rendimento scolastico dipenderà dalle facoltà.

LA DOTE — I ragazzi potranno realizzare, negli ultimi tre anni di scuola superiore, una «dote» fino a 25 punti puntando su quattro obiettivi: una media complessiva non inferiore a sette decimi negli scrutini finali, il voto dell'esame di maturità non inferiore a 80 centesimi, la «lode», oppure la media dell'otto, negli ultimi tre anni, nelle materie propedeutiche all'indirizzo universitario.

Il decreto di Fioroni e Mussi non dice quale deve essere il punteggio corrispondente a ciascuno dei quattro risultati. Lo decideranno le università. Assicurarsi la «dote» non sarà facile. Prendiamo la media del 7, per tre anni: gli esperti del ministero ritengono che sia un obiettivo alla portata del 30% degli studenti.

ORIENTAMENTO — Il passaggio dal liceo all'università spesso è caratterizzato da scelte non meditate che producono alti tassi di abbandono degli studi. Il punteggio che premia la coerenza tra il corso e le discipline dove lo studente raggiunge i risultati più brillanti è già una risposta a questo problema. Ma il decreto prevede anche dei percorsi di orientamento realizzati nelle scuole con docenti universitari.

COMMENTI — «Scrivere in una legge che il merito conseguito a scuola varrà per l'iscrizione all'università non rappresenta una novità — ha affermato Valentina Aprea, responsabile scuola di Forza Italia —. L'innovazione vera passa dalla flessibilità dei piani di studio raccordati con le scelte universitarie future degli studenti e dalle selezioni in base alla certificazione delle competenze, come avviene nei paesi occidentali più sviluppati». Critico anche Giovanni Donzelli, presidente dei giovani di Alleanza nazionale: «La sinistra massimalista, allergica alla meritocrazia, bloccherà il decreto ».

Giulio Benedetti


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