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Corriere: «Per i precari nuove figure professionali»

Gelmini: «Impossibile assorbirli tutti». A Bossi: «Parla il mio lavoro». Plauso del premier: «Bene maestro unico»

09/09/2008
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Corriere della sera

per l'avvio del nuovo anno. «INSIEME AL MAESTRO L'INSEGNANTE DI INGLESE»

MILANO - Per i docenti precari della scuola la situazione non è rosea. Lo ammette lo stesso ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, a Segrate per l'inaugurazione del nuovo anno scolastico. «Negli ultimi anni la scuola italiana ha accumulato un numero impressionante di precari, eredità dei precedenti governi, ma è evidente che non è in grado di assorbirli» ha spiegato il ministro, aggiungendo che ci vorranno almeno dieci anni per fare uscire dal precariato migliaia di persone. «Dobbiamo fare una riflessione seria sulla situazione che si è creata» ha detto Gelmini, ricordando che nel 2007 il ministero è riuscito a mettere in ruolo circa 25 mila insegnanti.

La Gelmini con il sindaco di Segrate (Newpress) «NUOVE FIGURE PROFESSIONALI» - E per chi non ha un posto di lavoro si preannunciano scelte difficili. «Stiamo studiando nuove figure professionali per tutti i precari insieme a Bondi, Brunetta, Brambilla e Sacconi, sia dentro che fuori la scuola» ha detto il ministro, con un riferimento a Vittoria Brambilla che potrebbe far ipotizzare soluzioni anche nel settore del turismo. «Sono profondamente dispiaciuta nel vedere che le modalità con cui è stata gestita la scuola in questi anni hanno creato un precariato enorme, ma non possiamo aumentare il precariato illudendo le persone che la scuola possa assorbire un numero di posti superiore a quelli necessari e che riesce a pagare: è poi scorretto che gli insegnanti in Italia siano sottopagati rispetto all'Europa».

BERLUSCONI: «D'ACCORDO SU TUTTO» - La Gelmini ha difeso la riforma da lei messa ha punto e ha risposto alle pesanti critiche di Umberto Bossi («Il maestro unico rovina i bambini») sottolineando di non voler «alimentare polemiche»: «Questo è un giorno di festa, per me parla il mio lavoro». Ma se il maestro unico fa discutere, alla responsabile dell'Istruzione arriva il plauso del premier in persona, secondo cui la Gelmini è «impegnata a fondo per rilanciare la scuole». Secondo Berlusconi la riforma ha «come primo obiettivo quello di fornire agli studenti un’educazione di qualità. In questo quadro rientrano l’introduzione dell’educazione civica, del voto in condotta e del ritorno del voto al posto del giudizio, oltre al principio del maestro unico, che non farà certo venire meno il tempo pieno e che verrà ovviamente affiancato dagli insegnanti per lo studio delle lingue straniere». Di parere opposto l'ex vicepremier Massimo D'Alema: «Non è un caso - ha detto dalla Festa dell'Unità di Bologna - che Bossi, che è uno che ha fiuto politico, si sia smarcato dalla reintroduzione del maestro unico».

«RIVEDERE MODALITÀ SPESA» - Intervenendo alla trasmissione «Panorama del Giorno» la Gelmini ha poi spiegato che nella Finanziaria ci sono risparmi sulla scuola per 7 miliardi di euro circa, ma il 30% di questi risparmi verrà reinvestito nell’edilizia scolastica (il ministro ha parlato di diecimila edifici non sicuri) e in premi per gli insegnanti. «Abbiamo la necessità di rivedere le modalità di spesa ed è per questo che con il ministro Tremonti abbiamo ritenuto indispensabile procedere a una razionalizzazione della spesa proprio perché oggi il 97% delle risorse sull’istruzione se ne vanno per pagare gli stipendi». Sul maestro unico alle elementari, che comporterebbe un taglio di 87mila cattedre: il ministro ha spiegato che gli insegnanti in più verranno reimpiegati a tempo pieno in altre classi. Tempo pieno che potrebbe essere aumentato del 50%. «Il maestro unico - ha detto - risponde anche a un'esigenza pedagogica, perché un bambino di 6-7 anni ha bisogno di avere un punto di riferimento, una guida, non solo qualcuno che insegni le materie».
CON IL MAESTRO UNICO L'INSEGNANTE D'INGLESE - «Al maestro unico sarà affiancato un insegnante della lingua straniera. La scuola elementare funzionava con tre maestri e funzionerà anche con il maestro unico - ha spiegato il ministro ospite del Tg1 delle 20 - però la scelta del maestro unico risponde ad una esigenza pedagogica, cioè il bambino nei primi anni della scuola ha bisogno di avere nel maestro un punto di riferimento». Il ministro Gelmini ha sottolineato che «un migliore impiego delle risorse ci consentirà di aumentare il tempo pieno, voglio rassicurare le famiglie perchè al maestro unico sarà affiancato un insegnante della lingua straniera e riusciremo a potenziare il tempo pieno del 50 per cento».

COBAS SUL PIEDE DI GUERRA - Intanto i sindacati scaldano i motori della protesta. «Il nuovo anno scolastico inizia sotto i peggiori auspici, un anno di lotta contro il maestro unico e l'intera politica scolastica del trio Berlusconi-Tremonti-Gelmini» commenta Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas che annunciano iniziative. Si comincia il 15 settembre: i docenti sono invitati ad entrare in classe con addosso adesivi di protesta e a cominciare in ritardo le lezioni. Il 26 ci saranno iniziative locali in tutta Italia; il 27 a Roma il Convegno nazionale dei precari. Il 17 ottobre sarà il giorno dello sciopero generale, convocato dai Cobas e dalle altre principali forze del sindacalismo antagonista (Cub e Sdl) con una manifestazione nazionale a Roma.

STUDIO UIL SU BUSTE PAGA - Uno studio della Uil ha fotografato infine le buste paga degli insegnanti dal 1995 ad oggi: hanno perso il 21% del loro potere di acquisto. Dalla ricerca emerge come nella classifica internazionale delle retribuzioni i professori italiani siano messi piuttosto male: un insegnante tedesco guadagna il doppio e uno spagnolo una volta a mezzo. La situazione non accenna affatto a migliorare, visto che da gennaio, senza rinnovo del contratto scaduto a dicembre 2007, si ha un'ulteriore diminuzione delle retribuzioni reali di oltre il 4%. Dall'indagine emergono anche altre indicazioni: maggiore è l'anzianità, minore è l'incremento del potere di acquisto; la retribuzione complessiva del personale della scuola è agli ultimi posti del settore pubblico; dagli anni '90 si registra un costante calo di investimenti per l'istruzione.


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