Corriere-Per i bravi insegnanti C'è un talento in ogni alunno
Per i bravi insegnanti C'è un talento in ogni alunno Molti sono gli studi che dimostrano una caduta dell'interesse scolastico a partire dagli anni della scuola media. Il motivo? Ce n'è più d'u...
Per i bravi insegnanti C'è un talento in ogni alunno
Molti sono gli studi che dimostrano una caduta dell'interesse scolastico a partire dagli anni della scuola media. Il motivo? Ce n'è più d'uno. I bambini cambiano, si trasformano in adolescenti. Nascono nuovi interessi e curiosità. Cambiano le relazioni tra i sessi e con i familiari. Molte energie psichiche sono impegnate nel processo di crescita. Ma questo è solo un aspetto della questione. Nel passaggio dalle elementari alle medie la maggior parte dei bambini trova uno stile diverso di insegnamento e un approccio meno personalizzato. Molti si sentono trattati come numeri dagli insegnanti che entrano in classe, fanno la loro lezione e poi se ne vanno limitandosi a rilevare gli "errori" senza curarsi di motivare i ragazzi allo studio, di creare un clima partecipativo.
La didattica
E invece i ragazzi continuano ad avere bisogno, anche nelle medie, di rapporti significativi con i "loro" insegnanti. Hanno bisogno di sentire che si presta loro attenzione, che si cerca di aiutarli, non soltanto di giudicarli. Hanno anche bisogno di una didattica interessante, variata, adatta al loro livello di sviluppo e di sentire che l'insegnante ama il suo lavoro, lo fa con entusiasmo, non come un dovere o, peggio, come una condanna. In caso contrario a riuscire a scuola saranno solo quei ragazzi che a casa sono seguiti dai genitori.
La perdita di motivazione tra gli 11 e i 13 anni è pericolosa perché, creando lacune nell'apprendimento, compromettere anche gli anni successivi.
In una inchiesta di qualche tempo fa (Annali della Pubblica Istruzione, 1-2, 1996) condotta da chi scrive tra i ragazzi delle superiori sulle caratteristiche che secondo loro deve avere un buon insegnante, le risposte più frequenti furono: un insegnante deve essere entusiasta e preparato nella sua materia; deve piacergli ciò che fa, ma anche conoscere le capacità dei suoi alunni e capire che cosa ognuno di loro può dare; deve far comprendere ai ragazzi che anche loro devono fare la loro parte e venire in classe preparati; deve poi chiedere il meglio, spiegare ai ragazzi che gli verrà dato "pane per i loro denti", che i loro sforzi per raggiungere un buon livello verranno apprezzati; che saranno seguiti individualmente e capiti.
ANNA O. FERRARIS psicologia età evolutiva, Università di Roma