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Corriere-Per far ripartire il dialogo ritiri il decreto sulla scuola"

Ds e Cgil replicano all'intervista del ministro. Via libera dai genitori cattolici: progetto condivisibile "Per far ripartire il dialogo ritiri il decreto sulla scuola" ROMA - Il dial...

07/03/2004
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Corriere della sera

Ds e Cgil replicano all'intervista del ministro. Via libera dai genitori cattolici: progetto condivisibile

"Per far ripartire il dialogo ritiri il decreto sulla scuola"

ROMA - Il dialogo proposto da Letizia Moratti sulla riforma? A una condizione: prima ritiri il decreto. Le parole del ministro sul "Corriere della Sera" di ieri, dunque, non hanno convinto né Cgil né Ds. E oltre le parole, i fatti: i sindacati (confederali e autonomi) hanno manifestato ieri a Palermo "perché le riforme proposte dalla Moratti portano alla demolizione dell'istruzione pubblica statale". Oltre a pareri contrari, però, ieri sul tema della riforma è intervenuta anche l'Agesc, l'associazione che rappresenta i genitori di studenti delle scuole cattoliche: "E' un progetto condivisibile, ma richiede flessibilità da parte del ministero, più informazione e tempi certi di attuazione". Durissima invece la replica dei Democratici di sinistra: il ministro Moratti non rifiuti alcun confronto e cerchi di capire il senso delle critiche che studenti, docenti e genitori rivolgono alla riforma. Alba Sasso (Ds), membro della commissione Cultura della Camera: "E' piuttosto singolare che in materia di istruzione pubblica il ministro Moratti accusi la sinistra di aver creato un sistema dirigista e prescrittivo, quando è con il governo di centrodestra che per la prima volta nella storia della scuola italiana i piani di studio vengono emanati per legge, e vengono emanati senza che si sappia chi li ha realmente concepiti ed elaborati". E ancora: "E' altrettanto singolare che il ministro dichiari di voler creare opportunità e puntare alla valorizzazione delle potenzialità di ciascun individuo, quando le sue politiche scolastiche sottraggono all'istruzione pubblica risorse, tempo, investimenti. E quando con la riduzione dell'obbligo scolastico si prefigurano percorsi differenziati sin dai tredici anni. Si riduce la possibilità che ragazze e ragazzi acquisiscano e consolidino saperi essenziali e necessari (la terza media non basta) per poter affrontare percorsi di studio e di lavoro, per acquisire la capacità e il diritto ad apprendere per tutto il corso della vita".
La posizione della Cgil è altrettanto netta: "Non c'è rapporto tra le dichiarazioni del ministro e la realtà dei fatti. E' sufficiente - dice il segretario Scuola, Enrico Panini - scorrere le ultime finanziarie per ricavarne alcuni dati: 70 mila posti in meno, migliaia di miliardi di lire sottratti alla spesa per l'istruzione, istituzioni scolastiche sempre più povere, incremento di concessioni e risorse per le scuole private, edifici che continuano a rimanere insicuri. Il ministro Moratti ritiri il provvedimento attuativo della riforma della scuola e cominci un confronto vero".
L'Agesc, invece, fa notare "la necessità di un'informazione che abbandoni gli slogan". Molto critico l'assessore toscano alla Formazione professionale, Paolo Benesperi: "Il nostro obiettivo è quello di integrare l'istruzione e il lavoro secondo una logica che in Toscana stiamo già sperimentando. E che va nella direzione opposta a quella del ministro".
Al. Cap.


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