Corriere: Pensioni, Epifani a Padoa-Schioppa: «Basta allarmi o la trattativa salta»
i nostri dati sono diversi. Se si continua così, la trattativa è morta prima ancora di nascere
ROMA — Sale la tensione tra governo e sindacati sulla riforma delle pensioni. Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa- Schioppa, è preoccupato per la piega che sta prendendo il dibattito e da via XX Settembre è trapelato un dossier della Ragioneria generale che, sommando i risparmi di spesa annui assicurati dalla riforma Maroni, arriva all'impressionante cifra di 164 miliardi di euro in 20 anni. Se a questi si sommano anche i risparmi previsti con l'adeguamento dei coefficienti di calcolo delle pensioni all'allungamento della vita media, circa 35 miliardi, si può concludere che se si accogliessero le richieste del sindacato e della sinistra radicale, nei prossimi 20 anni anni si avrebbe un buco complessivo di 200 miliardi di euro.
Tanto vale, infatti, l'abolizione dello «scalone», cioè l'aumento dell'età minima per la pensione a 60 anni (e poi a 61 e 62), più la mancata revisione dei coefficienti.
Il risparmio totale non è che la somma dei risparmi annuali che dal 2011 al 2030 oscillano tra gli 8 e i 9 miliardi, secondo le stime della relazione tecnica della stessa Ragioneria che accompagnano la riforma del 2004. Nove miliardi all'anno a regime che rendono appunto molto problematico abolire lo scalone.
Quella relazione, però, non si ferma al 2030, ma si spinge fino al 2050. E dopo il 2030 le cose cambiano notevolmente. Nel decennio successivo, si spiega nel documento, il risparmio tende ad annullarsi e dopo si comincia a spendere di più di quanto si sarebbe speso senza considerare lo scalone. Questo perché si cominciano a pagare pensioni via via più ricche in quanto caricate da 3 a 5 anni di contribuiti versati in più (la Maroni, infatti, inizialmente aumenta l'età minima a 60 anni, ma poi la porta a 61 nel 2010 e a 62 nel 2014). L'Inps in un suo studio ha stimato che per il complesso delle pensioni dei lavoratori dipendenti ed autonomi mentre nel periodo 2012-2019 risparmierà grazie allo scalone tra i 7 e gli 8 miliardi di euro all'anno, tra il 2040 e il 2045 spenderà invece tra i 14 e il 16 miliardi in più all'anno.
In ogni caso è bastato evocare lo spettro di un buco di 200 miliardi se si abolisse lo scalone per scatenare le reazioni dei sindacati. «Qualche giorno fa, nella cena di Palazzo Chigi — dice il leader della Cgil, Guglielmo Epifani — avevamo detto che il confronto si fa ai tavoli e non attraverso i giornali. Padoa-Schioppa è venuto meno all'impegno. Comunque i nostri dati sono diversi. Se si continua così, la trattativa è morta prima ancora di nascere ».
Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, accusa il ministro dell'Economia di «terrorismo» mediatico e quello della Uil, Luigi Angeletti, dice che spesso le stime sono sbagliate. «Basta con gli spauracchi. Il governo abolisca lo scalone», conclude Renata Polverini per l'Ugl. Dall'interno della maggioranza un invito ad ascoltare l'allarme di Padoa-Schioppa viene invece dal senatore dell'Ulivo Antonio Polito. Intanto dall'Ocse, l'organizzazione dei Paesi più industrializzati del mondo, ieri è arrivato un nuovo invito a tener conto dell'allungamento della durata media della vita, che vale non solo per l'Italia: «È naturale che l'età di pensionamento sia innalzata di 2-3 anni», ha detto il segretario generale Angel Gurria.