Corriere: Oliva: d'accordo con la riduzione Si libera la creatività dei bambini
ILCONSIGLIERE DI CONFINDUSTRIA
ROMA — «Oggi i bambini sono più svegli di 50 anni fa e la scuola non è più l'unica fonte di cultura: basti pensare a Internet e alle tante attività extrascolastiche, dalla musica al teatro. Ridurre le ore di lezione "classiche" rende la scuola più attraente per gli studenti e libera tempo per la loro creatività». Attilio Oliva — presidente di TreeLLLe, associazione che studia il mondo dell'istruzione, vicepresidente della Luiss e gran consigliere di Confindustria per l'istruzione — definisce «ottima» l'idea francese.
Meno ore di lezione non vuol dire meno istruzione?
«No, se come leggo per la Francia, quelle ore tagliate vengono in parte recuperate per chi ne ha più bisogno. È inutile lasciare sui banchi per 30 ore la settimana chi è più in gamba. Ne bastano 25, mentre magari altri ne hanno bisogno di 35».
Sarebbe possibile trasferire questo modello in Italia?
«Temo di no. Nelle elementari siamo al delirio: ci siamo inventati la riforma dei tre maestri che non ha alcuna giustificazione didattica ed è servita solo a salvare posti di lavoro davanti al calo del numero di bambini. Peccato, per noi sarebbe utilissimo. Ricordando che tutto è praticabile, basta che i governi abbiano coraggio».
E questo governo ce l'ha?
«I segnali sono positivi. Ma temo che si scontrerebbe con le resistenze dei sindacati che pensano ad una scuola fatta per gli insegnanti, non per gli studenti. E temono che ogni riforma porti ad un taglio ai posti di lavoro».
Non sarebbe così?
«Nell'immediato non si tratterebbe di tagliare, solo di distribuire meglio».