Corriere: Nuovo liceo musicale Si pensa al numero chiuso
I consulenti della Gelmini: vogliamo formare musicisti, non musicofili. Al ministero già arrivate dagli istituti cento richieste
ROMA — «Ci sarà un esame di ammissione. Non sarà un liceo come tutti gli altri. Al ministero sembrano convinti. È una novità rispetto alla prima proposta, quella della Moratti. Alla Gelmini l’idea di un liceo che non forma musicisti ma musicofili non piace». Emilio Ghezzi, direttore del Conservatorio di Parma, membro della commissione nazionale che dovrà fissare, entro qualche mese, i requisiti minimi per l’istituzione del nuovo percorso, è quasi certo di una selezione all’ingresso. Il musicale e coreutico sarà il primo caso di scuola superiore a numero chiuso, che tende ad escludere chi non ha talento? Saranno in molti i delusi. La domanda di un liceo con queste caratteristiche, nel mercato dell’istruzione, è alta. A parte il profluvio di scuole private esistenti, al ministero sono già arrivate cento richieste. Ed anche sull’onda di trasmissioni di grande successo del genere «talent show», il nuovo liceo potrebbe essere preso d’assalto. I posti però sono pochi, anzi pochissimi. Quaranta nuove istituzioni(solo 10 con l’opzione della danza), a partire dal 2010-2011, formate però da una sola sezione o classe. In cifre 25 ragazzi. Mille in tutto. Al ministero i collaboratori della Gelmini contano sul buon senso delle famiglie: inutile iscrivere chi risulta inabile alla danza o è stonato, solo perché quel tipo di liceo è alla moda. Bisognerebbe prendere esempio, azzarda qualcuno, dai due prof della scuola di «Amici», Alessandra Celentano e Luca Jurman, i più selettivi, quelli che per il tuo bene ti dicono se hai i numeri oppure no. «Difficile evitare una selezione - conferma Emanuele Beschi, titolare di viola al Conservatorio di Milano - . Prendiamo il violino e il pianoforte: lo studio di questi strumenti inizia molto presto, tra gli 8 e i 9 anni. Se uno si iscrive a 14 anni e pretende di partire da zero che si fa?» I ragazzi che sceglieranno l’indirizzo musicale si divideranno come già accade col vecchio ordinamento - tra scuola e Conservatorio. I nuovi licei continueranno ad appoggiarsi a queste istituzioni, le sole in grado di garantire tutto ciò che serve: insegnanti, strumenti, l’intera gamma di corsi. Il carico di ore di lezione non sarà leggero. Nel primo biennio gli insegnamenti fondamentali (italiano, matematica ecc) arrivano a 594 ore (18 ore settimanali). Nel secondo biennio e nel quinto anno raggiungono le 627 ore (19 ore). Poi c’è la parte che riguarda i due indirizzi, il musicale e il coreutico: 462 ore nel primo biennio (14 ore) e 429 ore nel secondo biennio e nel quinto anno (13 ore).
Il diploma aprirà le porte di Conservatori e Accademie. «Non ci sono solo gli sbocchi naturali: attività solistica, orchestre, insegnamento - continua Emanuele Beschi - . L’indirizzo musicale può formare le nuove figure richieste dal mondo dei media. Esistono opportunità nel settore della musica elettronica e digitale, in fortissima evoluzione. C’è spazio nel campo della prassi esecutiva storica, grazie ai numerosi festival della musica antica. Qualcuno potrebbe accontentarsi di diventare un dilettante con la 'D' maiuscola, come se ne incontrano tanti all’estero ».
Non tutti, nei Conservatori, assistono alla nascita dei nuovi licei senza preoccupazione. I licei coreutici e musicali (pochi iscritti) dovranno sostituire tutti i corsi (30 mila iscritti) che oggi alimentano il triennio delle «università della musica». Paolo Biordi, direttore del «Cherubini » di Firenze teme che il flusso di allievi possa esaurirsi nel giro di qualche anno. «Benissimo i licei musicali - dice - purché ci sia consentito di non interrompere la formazione di base. Però si rischia di abbassare il livello qualitativo e di licealizzare i conservatori
Giulio Benedetti