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Corriere: «Noi, giovani talenti ci giochiamo il futuro alla Normale di Pisa»

Partita la campagna di reclutamento presso i licei di tutta Italia. I ragazzi si propongono: «Voglio mettermi alla prova»

02/04/2007
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Corriere della sera

Paolo Di Stefano

«Voglio mettermi alla prova e spingere le mie capacità ai massimi livelli». Così si presenta il diciottenne Lorenzo Lodi da Parma. «Voglio aprire la mia strada e amarla», dice la sua coetanea Lavinia Antidormi da L'Aquila. «Mi piacerebbe confrontarmi realisticamente con i miei interessi», è il desiderio di Giuliana Guardo da Catania.
Sono tre dei tanti ragazzi che hanno risposto alla campagna per la ricerca di talenti avviata, come ogni anno, dalla Scuola Normale di Pisa. Frequentano il penultimo anno di liceo e vorrebbero partecipare a uno dei cinque corsi estivi di Orientamento che si terranno a Cortona, Colle Val d'Elsa, Camigliatello Silano, Rovereto e San Miniato tra l'inizio di luglio e l'inizio di settembre. Per una settimana saranno ospiti della Normale a gruppi di cento e seguiranno 40 ore di lezioni, dibattiti, seminari tenuti da una ventina di professori universitari provenienti da atenei italiani e stranieri.
In un sistema scolastico come quello italiano considerato perennemente in emergenza, ci sono anche i cosiddetti talenti. Talenti del futuro e forse anche del presente. Visto che sono stati selezionati, tra i migliori studenti dei loro istituti, dai presidi di tutta Italia. Sono la crème delle nostre scuole. In cui non mancano le sorprese: come Tea Kecman, studentessa bosniaca profuga in Italia nel '93 in seguito alla guerra nei Balcani. Ha frequentato tutte le scuole a Mestre, dove è stata inserita tra gli studenti migliori.
Il responsabile dell'iniziativa è il vicedirettore della Normale, Fabio Beltram, un fisico della materia, esperto di nanoscienza e nanotecnologia, che ha fatto ricerca per anni negli Stati Uniti e che ora, oltre a insegnare, dirige la commissione di Orientamento della Normale e si occupa di organizzare i corsi estivi per i giovani talenti italiani che frequentano i tanto bistrattati licei classici, scientifici e tecnici della Penisola. «Sono — dice — i ragazzi che si avviano a terminare le scuole superiori con risultati di eccellenza: ragazzi brillanti, interessanti e non banali che hanno già dimostrato capacità non comuni in diverse materie e che per questo ci vengono segnalati dai presidi dei vari istituti».
I candidati verranno scelti non solo sulla base delle segnalazioni ma anche in virtù delle autopresentazioni che inviano nel sito web della Normale, mettendo in evidenza le loro motivazioni e i loro obiettivi. Tra i criteri che verranno rispettati, Beltram assicura che ci sarà il «parametro geografico»: «Le regioni italiane avranno le stesse opportunità, proporzionalmente alle segnalazioni che arrivano. Questa iniziativa si propone come un servizio per tutto il Paese e per il sistema formativo nel suo complesso».
«Sono intenzionato a cogliere tutte le opportunità per mettermi in gioco e verificare le miei capacità, le mie risorse, i miei interessi culturali e il mio senso di responsabilità», scrive Edoardo Belloni da La Spezia. Dal Classico di Nuoro è uscito il nome di Elsa Pisanu, che sogna di fare la giornalista ma non esclude medicina o scienze biologiche: parla con entusiasmo di «una sfida importante» e, ovviamente, ci spera.
Tra le ragioni che spingono i talenti in erba verso i corsi della Normale, c'è anche l'incertezza del futuro, come nel caso del milanese Antonio Mollica, combattuto tra la possibilità di proseguire gli studi classici e il fascino della matematica: «Vorrei chiarirmi le idee», dice. «Amo scrivere, ma sono allarmata dalle statistiche che danno in calo la possibilità di trovare un impiego nell'ambito umanistico», osserva Sara Boezio da Potenza. È il principio a cui Beltram cerca di opporsi con tutte le sue forze: «La preoccupazione degli sbocchi professionali è molto diffusa, ma io la combatto con energia: per i ragazzi che hanno dimostrato un talento particolare questi timori, secondo me, non hanno ragion d'essere, perché si tratta di persone che qualunque strada intraprendano la percorreranno con successo. Se Enrico Fermi fosse stato bloccato nel fare il fisico dalla paura di non trovare un impiego, sarebbe diventato un mediocre ingegnere civile... È importante che ciascuno individui la strada giusta per sé: solo così potrà dare un contributo importante alla collettività senza sprecare il proprio talento».
Per questo, i corsi di Orientamento non si limiteranno alle scienze o alle materie umanistiche insegnate alla Normale, ma prevedono un repertorio molto più ampio: tra le personalità coinvolte quest'anno ci sono, per esempio, giuristi come Gustavo Zagrebelsky, Sabino Cassese, Alberto Quadrio Curzio, filologi come Riccardo Bruscagli, storici della letteratura come Silvano Salvatore Nigro e Lina Bolzoni, archeologi come Salvatore Settis, oncologi come Generoso Bevilacqua, giornalisti come il nostro Gian Antonio Stella. E i temi trattati andranno dal rapporto Stato-Chiesa alla libertà di stampa, dalla laicità dello Stato all'evoluzione storica dei diritti umani, dall'etica della medicina alla ricerca delle fonti energetiche alternative. Ma dove finiscono i talenti che passano dai corsi di Orientamento della Normale? Il 20 per cento dei corsisti degli anni passati ha scelto ingegneria, il 16 per cento medicina, il 10 per cento scienze giuridiche, il 9 per cento lettere, l'8 per cento fisica.
Va aggiunto il fatto che per la prima volta, tra i cinquecento studenti selezionati, sono previsti venti posti per ragazzi provenienti da istituti italiani di 28 Paesi esteri. Inoltre, a San Miniato si terranno due corsi per studenti universitari del triennio che vogliono chiarirsi le idee sul futuro percorso di laurea magistrale. Anche loro talenti, come i più giovani. «Ma non secchioni», precisa Beltram, «di giorno danno sfogo a tutto il loro entusiasmo e alle loro energie intellettuali, di sera in albergo fanno rumore, si divertono, sono allegri. Se qualcuno pensa che talento è sinonimo di tristezza, si sbaglia di grosso».
DA NAPOLEONE IN POI
La Scuola Normale Superiore di Pisa (sopra, la sede nel Palazzo della Carovana, in piazza dei Cavalieri) nasce per decreto napoleonico nel 1810. A lato, normalisti nella biblioteca nel Palazzo della Gherardesca, la Torre della Fame del Conte Ugolino (foto Contrasto)


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