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Corriere: «Nessuno sfratto alla Montalcini» La Gelmini: l’Istituto non chiuderà, è troppo importante

Napolitano chiede al ministro di intervenire. Il premio Nobel: non abbiamo debiti

05/09/2009
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Corriere della sera

ROMA — Ci sono amarezza e dignità nelle parole di Rita Le­vi Montalcini: «L’Ebri non ha debiti, neanche verso terzi». C’è sicurezza in quelle pronun­ciate dal ministro di Istruzione e ricerca, Mariastella Gelmini: «Quell’istituto di ricerca non chiuderà, è troppo importan­te ». Ma alla vigilia della senten­za del giudice, che oggi decide­rà sul ricorso contro lo sfratto presentato dalla Fondazione, ci sono polemiche, interventi da ogni parte d’Italia, accuse. Quel­le dell’ex ministro Umberto Ve­ronesi, ad esempio: «Si devono trovare i soldi, ma ho sfiducia nel sistema. I fondi per tutta la ricerca sul cancro dal governo sono nell’ordine dei cento mi­lioni, cioè il costo di un calcia­tore.

E molti di più sono i soldi per gli armamenti...». Però Ma­riastella Gelmini (il cui inter­vento sul caso è stato sollecita­to ieri con una telefonata del presidente Napolitano), appare sicura: «Impensabile che le atti­vità possano interrompersi, l’Ebri è un centro di eccellen­za » .

E però, nell’attesa che le pa­role del ministro si traducano in fatti, in molti gridano allo scandalo, visto che l’«Europe­an Brain Research Institute» — la Fondazione voluta dal Nobel italiano per studiare il sistema nervoso centrale — è sull’orlo dello sfratto da parte di una so­cietà immobiliare romana che controlla anche la Fondazione Santa Lucia, un istituto di rico­vero e cura che fin qui ha sì ospitato nei suoi locali i 40 ri­cercatori dell’Ebri ma che a lu­glio ha inviato alla Montalcini e ai suoi collaboratori un’in­giunzione per ottenerne la re­stituzione. La spiegazione data per lo sfratto, è un chiaro atto d’accusa contro la regione La­zio: «Se la Fondazione Santa Lu­cia non navigasse in cattive ac­que per le inadempienze econo­miche della Regione, non avremmo chiesto il rilascio del­l’immobile ». Nel dettaglio: «Stiamo parlando di mancati rimborsi di 40 milioni di euro dal 2008, per prestazioni eroga­te che ci sono riconosciute per legge». La replica è del vicepre­sidente della giunta, l’ex sena­tore Esterino Montino (Pd): «È precipitosa e strumentale la de­cisione della Fondazione Santa Lucia di sfrattare. I loro proble­mi sono noti, tanto che nella ri­definizione degli accordi all’isti­tuto è stato riconosciuta la tarif­fa più alta possibile. Per trova­re una soluzione è necessario il coinvolgimento dello Stato». Per il governatore Marrazzo «il nostro sostegno a Ebri ci sarà sempre». Ribatte il predecesso­re Storace: «La Fondazione ave­va il mio sostegno, Marrazzo le­sina risorse » .

In ogni caso, la Fondazione Santa Lucia dice che «purtrop­po la Fondazione Montalcini dal 2007 non ha potuto far fron­te alle spese delle bollette per centinaia di migliaia di euro». Sul punto, la Montalcini è chia­rissima: «L’Ebri non ha debiti, neanche con la Fondazione San­ta Lucia. Probabilmente le noti­zie diffuse servono a motivare un’azione nei nostri confronti del tutto ingiustificata. È vera­mente sconfortante». I terreni sui quali sorgono i locali utiliz­zati dall’Ebri, si trovano in una zona di grande sviluppo urbani­stico: secondo molti, proprio la crescita del valore ha generato la richiesta di sfratto da parte del direttore generale del Santa Lucia, Luigi Amadio. Chissà. Ciò che è certo, è che «in tanti mi hanno dimostrato solidarie­tà », dice Montalcini. Il presi­dente del Piemonte, Mercedes Bresso: «Noi saremmo onorati di ospitare a Torino il centro». Di certo l’Ebri non chiuderà, al­meno a sentire le due possibili­tà del ministro Gelmini: «Conti­nuare a lavorare nelle strutture attuali o essere trasferito. Infi­ne, è in via di erogazione un fi­nanziamento da 485 mila eu­ro » .

Alessandro Capponi


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