Corriere:Nei nuovi programmi l'educazione all'affettività
Il documento consegnato alla Moratti. La proposta "tiene conto anche dei casi di pedofilia e del rischio Aids" "Educazione sessuale dalle elementari" La bozza dei nuovi programmi. Gli esperti: s...
Il documento consegnato alla Moratti. La proposta "tiene conto anche dei casi di pedofilia e del rischio Aids"
"Educazione sessuale dalle elementari"
La bozza dei nuovi programmi. Gli esperti: sarà obbligatoria, bisogna spiegare anche i metodi contraccettivi
ROMA - Si chiama Educazione all'affettività. Significa informazione sessuale, ma anche trasmissione di valori. Gli insegnanti delle varie discipline dovranno proporla, ciascuno per la parte che gli compete, agli studenti. Dalla prima elementare all'ultimo anno di scuola superiore. Lungo l'arco di 12 anni. Obbligatoriamente. Perché quest'educazione, insieme all'Educazione stradale, alimentare, alla cittadinanza, all'ambiente e alla salute, fa parte dei nuovi programmi che gli studiosi hanno consegnato, sotto forma di bozza, al ministro Moratti. In realtà non sono veri e propri programmi, ma "indicazioni nazionali" che definiscono le cose che i bambini devono sapere, "i livelli essenziali di prestazione" a cui tutte le scuole sono tenute. Comunque sia, l'Educazione all'affettività, che è anche educazione sessuale, entra per la prima volta nelle finalità dell'istruzione. In passato sono stati fatti vari tentativi. Ma le diverse proposte si sono arenate o sono state tenute alla larga dalla scuola. L'educazione sessuale, facoltativa e fuori dall'ordinamento scolastico, è stata fin qui assicurata con sporadici corsi che hanno visto la partecipazione di esperti esterni, in genere medici e psicologi.
I CONTENUTI - Le "indicazioni nazionali" sono ancora allo stadio di bozza. L'Educazione all'affettività dovrebbe neutralizzare la lezione che, proprio su questi temi, viene quotidianamente impartita ai ragazzi dalla società, con l'offerta di sesso in dosi massicce al di fuori di un contesto di significati, valori. In futuro non ci dovrebbero essere più corsi "appaltati" agli specialisti della materia. La progettazione dei piani di studio verrà fatta dalla scuola, coinvolgendo le famiglie e i ragazzi. Tra gli obiettivi specifici di apprendimento per i ragazzi di terza media viene proposta la lettura di "testi, letterari e non, che affrontino il problema delle conoscenza di sé, dell'autostima, della ricerca dell'identità tipica del periodo preadolescenziale", questo al fine di approfondire la conoscenza e l'accettazione di sé. Si raccomandano anche modalità di "osservazione scientifica dei propri cambiamenti fisici correlati con diverse situazioni psicologiche". Lo scopo è quello di rendere il ragazzo consapevole delle relazioni esistenti con coetanei e adulti, in modo da correggere eventuali errori. Una proposta che tiene conto anche dei drammatici casi di pedofilia. Gli esperti chiedono ai docenti di far conoscere agli studenti "l'anatomia dell'apparato riproduttivo", "l'aspetto valoriale e culturale che collega affettività e sessualità", insomma di aiutarli a capire il rapporto tra la sfera del sesso e quella dei sentimenti. E poi "il codice genetico, le malattie dell'apparato genitale, l'aids e le malattie a trasmissione sessuale, l'aids e il percorso di distribuzione geografica della malattia, la contraccezione, la fecondazione artificiale, l'interruzione della gravidanza e la biotecnologia applicata alla riproduzione". Si parlerà quindi di contraccezione. Appaiono lontani i tempi di "Lupo Alberto", il fumetto che dieci anni fa è stato il testimonial di una campagna di informazione sull'aids destinata agli studenti. L'opuscolo, dai contenuti molto espliciti - si pubblicizzavano i profilattici - non entrò mai nelle aule.
LE EDUCAZIONI - Dalle elementari alle superiori, nel corso di 12 anni di scuola, i ragazzi dovranno apprendere conoscenze e abilità in grado di farli diventare dei buoni cittadini. Prima c'era l'Educazione civica. Oggi la conoscenza delle nostre istituzioni non basta più. Secondo gli estensori dei "programmi", il concetto di convivenza civile è diventato più complesso e sottintende altre educazioni: salute, cittadinanza, affettività, stradale, ambientale, alimentare, sintetizzabili appunto nell'Educazione alla convivenza civile. Dalla storia della bandiera all'inno nazionale, dal casco al patentino per le moto, dall'igiene personale ai comportamenti alimentari corretti, dalle giuste relazioni con coetanei e adulti alla sfera della sessualità.
Giulio Benedetti