Corriere: Nasce l'Agenzia per valutare le università Mussi: finisce l'era «più iscritti, più soldi»
Varata dal governo l'Anvur. Controllerà la qualità degli atenei
ROMA — «Una rivoluzione, credetemi, sarà una vera rivoluzione», dice il ministro Fabio Mussi. L'Agenzia nazionale di valutazione dell'università e della ricerca (Anvur) varata ieri dal consiglio dei ministri, promette di dare un colpo di freno al proliferare di atenei e di corsi di laurea improponibili, con il solo scopo di acchiappare studenti. Finisce l'era del «più iscritti, più soldi».
«Un'innovazione di grande portata — ripete Mussi —. Le risorse andranno a chi se le merita». L'Agenzia di valutazione sarà un organismo autonomo al cui vertice ci saranno sette illustri professori, due stranieri nominati da agenzie straniere e cinque italiani nominati dal ministro ma scelti unicamente sulla base di criteri scientifici. Insomma, cinque persone «eccellenti», sulle quali anche il Parlamento dirà la sua.
«L'Agenzia — spiega il professor Giovanni Ragone del Miur — sceglierà da sè i criteri di valutazione. Noi gli diciamo che cosa dovrà valutare». E cioè: la qualità didattica, la qualità della ricerca, i servizi agli studenti, la capacità di darsi degli obiettivi e di raggiungerli, il contributo al contesto territoriale (imprese ed enti locali). «Prevediamo di triplicare i fondi, che quest'anno si aggirano attorno ai 5 milioni di euro, già dalla prossima Finanziaria».
Se l'Agenzia sarà autonoma nello scegliere i criteri del giudizio, «il ministro — continua Ragone — si aspetterà valutazioni adeguate e credibili. Il principio è far competere gli atenei, per cui si è scelto di non seguire la strada della valutazione dei singoli ricercatori, che oltretutto sono 80 mila, ma di spingere le università a fare una buona politica di accreditamento, altrimenti si perdono soldi».
Qui infatti, la grande novità. Chi ottiene ottime valutazioni, chi migliora nell'arco di un determinato periodo di tempo, riceverà più soldi dallo Stato. Altrimenti, potrebbe addirittura perderli. Spiega Ragone «La logica è: evitare il provincialismo, evitare il giro dei soliti professori, aprirsi all'estero. E non commettere errori. Se sbagli, perdi i soldi». L'Agenzia avrà anche un altro importantissimo compito: quello di dire sì o no all'apertura di nuovi atenei e all'attivazione di nuovi corsi di laurea.