Corriere: Nas a scuola, Ferrero contro la Turco
Critiche bipartisan all'idea dei carabinieri anti-spinelli. I sindacati: così militarizziamo gli istituti
Il ministro della Solidarietà sociale sulla proposta: una contraddizione
ROMA — Tutti contro. La scuola e la politica si ribellano all'idea del ministro della Salute Livia Turco. Ispezioni antidroga dei Nas negli istituti e nei licei? No grazie, dicono la maggior parte dei genitori. Non possiamo militarizzare la scuola, protestano i sindacati. Siamo per la prevenzione, proclamano i presidi. Gli studenti gridano «no alle criminalizzazioni».
Il ministro dell'Istruzione Fioroni ritiene che i suoi ispettori siano più utili dei Nas, ma non esclude l'«aiuto» dei carabinieri. Il ministro della Solidarietà Ferrero è stupito della proposta della collega: «Mi pare che se il problema sia migliorare la prevenzione, questa idea dell'intervento a tappeto mi sembra in contraddizione». A sinistra sono tutti contro: per Verdi, Rifondazione, Comunisti italiani la cosa non funziona, è repressiva e via dicendo. Qualche consenso solo nel centrodestra, a patto che il ministro Turco si penta delle sue idee sullo spinello.
Ma ad una concentrazione di critiche da «codice rosso» cosa risponde il ministro della Salute? «Ho messo a disposizione dei presidi un'opportunità: i Nas, i carabinieri della salute, per individuare le criticità da risolvere. Ma senza caccia alle streghe — dice —. Non serve proibire, ma dissuadere i giovani e far capire che ogni sostanza fa male. Se non vogliono utilizzare questa opportunità, pazienza». «Però qualcuno dovrebbe documentarsi — continua la Turco —. Chi parla di cani antidroga non sa cosa sono i Nas».
Polemiche, inviti a «schiarirsi le idee» e qualche dichiarazione a favore: queste le reazioni da parte del mondo politico. «Presidiare militarmente le scuole non è un deterrente: lo dimostra l'esperienza di chi quotidianamente e da molti anni agisce sul fronte della lotta alla droga», attacca la senatrice del Pdci Maria Pellegatta, vicepresidente della Commissione istruzione. «Il problema droghe nelle scuole non si risolve mandando i Nas nelle aule», affermano le senatrici Erminia Emprin e Giovanna Capelli, rispettivamente capogruppo del Prc nelle commissioni Sanità e Istruzione. «Esistono esperienze che dimostrano il contrario», replica la Turco.
«Il governo deve schiarirsi le idee — è il commento ironico del presidente dell'Udc Pier Ferdinando Casini —. Qualora ci fosse una svolta rigorista siamo disponibili a lavorare con il governo ma non è possibile un giorno elevare la soglia di cannabis consentita e il giorno dopo proporre le ispezioni nelle scuole». «Sono sempre d'accordo con me stessa — ribatte il ministro —. Con l'innalzamento della quantità ho voluto solo dire: mai e poi mai il carcere. Se poi mettere a disposizione i carabinieri è servito a dimostrare che non sono una spinellara, benissimo. Lo rifarei». Una voce fuori dal coro delle critiche è quella di Renzo Lusetti, membro dell'esecutivo della Margherita: «Condivido la linea dura della Turco, ma non stanchiamoci mai di lavorare anche sulla prevenzione e l'informazione, come suggerisce il ministro Giuseppe Fioroni». E dal ministero di viale Trastevere l'annuncio di un piano per migliorare la prevenzione, senza escludere la repressione. «Nelle prossime settimane — annuncia Fioroni — elaboreremo ordinamenti a livello provinciale e regionale che prevedano anche l'intervento delle forze dell'ordine laddove dovesse rendersi necessario, ma anche per consigliare le istituzioni locali come collaborare con le scuole per la prevenzione dell'uso di droghe e alcol». Informazione e prevenzione, innanzitutto. Ma non solo questo. «Dobbiamo creare le condizioni — spiega il viceministro Mariangela Bastico — per un forte patto tra scuole, famiglie, enti locali e rappresentanti delle forze dell'ordine affinché, quando è necessario, alla richiesta di aiuto di una scuola segua una risposta efficace e tempestiva».
Giulio Benedetti
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