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Corriere: Ministro francese: via i telefonini dalle scuole

Gilles de Robien:«Deve essere proibito totalmente»

06/09/2006
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Corriere della sera

Preoccupa l'"happy-slapping": filmare con il cellulare le violenze che hanno gli insegnanti come bersagli privilegiati

PARIGI - Il telefonino «deve essere totalmente proibito nelle scuole» secondo il ministro dell'Educazione francese Gilles de Robien. Anche se spetta ai presidi dettare le regole nei loro istituti, «la nuova circolare sulla prevenzione della violenza nella scuole sarà appunto l'occasione per integrare i regolamenti con misure riguardanti l'uso del cellulare».
VIOLENZE FILMATE - Prosegue infatti in Francia il dibattito sull'uso del telefonino nelle scuole, ma il timore principale all'inizio del nuovo anno scolastico è la diffusione del fenomeno dell' "happy-slapping", cioè alle violenze filmate. «Non è il telefonino in sè a essere condannato, ma piuttosto la maniera di essere utilizzato» spiega Gilles de Robien al quotidiano Le Parisien.
INSEGNANTI NEL MIRINO DEI VIOLENTI - Gli insegnanti sono spesso il soggetto preferito dei giovani videoamatori, che li riprendono appunto con il telefonino in pose poco professionali e diffondono i filmati sul web. Poi ci sono le suonerie che disturbano le lezioni, i suggerimenti via sms durante i compiti in classe. A inquietare però è soprattutto l'happy-slapping: «si tratta di un fenomeno che non riguarda solo la scuola e bisogna trovare una risposta giuridica adatta a questo tipo di uso del telefonino» avverte il ministro. L'anno scorso diversi insegnanti sono stati aggrediti dagli studenti mentre altri filmavano gli episodi con il telefonino. All' "happy slapping" «è consacrato un intero capitolo - dice de Robien - della guida pratica contro le violenze scolastiche» che il ministero distribuirà questa settimana agli insegnanti. «Per contrastare l'effetto palla di neve che diventa valanga, non bisogna lasciar correre niente» sostiene il ministro, ricordando che «dobbiamo ancora fare molti sforzi, soprattutto nelle scuole dei quartieri difficili».


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