Corriere/Milano: Scuola lombarda, scontro Formigoni-Fioroni
Il governo boccia la riforma della formazione professionale. La Regione: atto di guerra
Il governatore: l'impugnazione voluta dal ministro e dalla sinistra radicale in cambio della Finanziaria. «Dal Pirellone toni non all'altezza dell'istituzione»
Scuola, la Regione bocciata dal Governo che ricorre al ricorso contro la riforma della formazione professionale. Ed è subito bagarre. «Ripugnante impostazione, atto di guerra, illegittima invadenza» sono le parole utilizzate dal governatore Roberto Formigoni. Che prosegue: tra l'altro «abbiamo appreso per via clandestina di questa impugnazione nata dalla pervicace insistenza della sinistra estremista e del ministro Fioroni». Un Fioroni che «è il nemico della scuola lombarda», degli «insegnanti» e degli «studenti».
Immediata la replica del diretto interessato: «Quando si usano toni non all'altezza dell'istituzione che si rappresenta e le parole scavalcano non solo il limite del rispetto dell'altro ma anche la cultura della moderazione, ci si commenta da soli». Così Fioroni. Stupito, e tanto, dall'accusa di essere nemici della formazione. Perché Formigoni «sa bene che apprezziamo a tal punto i percorsi triennali della Lombardia da aver aumentato dell'80% i finanziamenti ».
Formigoni: Fioroni nemico della scuola lombarda
Riforma della formazione professionale, il governo ricorre alla Consulta. Il ministro: frasi che si commentano da sole
«Ripugnante impostazione». «Atto di guerra». «Illegittima invadenza ». Roberto Formigoni ribolle di sdegno: venerdì scorso il governo, appena prima di approvare la Finanziaria 2008, ha deciso di ricorrere alla Consulta nei confronti della legge regionale 19/2007, la riforma della formazione professionale approvata con astensione tutt'altro che ostile dell'Ulivo. Ma il ministro Giuseppe Fioroni ribatte: «Dichiarazioni che si commentano da sole». La riforma prevede pari dignità con l'istruzione secondaria, l'estensione degli attuali trienni a quinquenni con l'accesso all'università, l'accreditamento degli istituti privati.
«Abbiamo appreso per via clandestina — esordisce il governatore — di questa impugnazione nata dalla pervicace e testarda insistenza della sinistra estremista e del ministro Fioroni». Formigoni è ben attento a scindere le responsabilità dell'ormai diletto Ulivo. Anzi, arriva a sospettare che il ricorso possa essere stata «la pietra di scambio chiesta dalla sinistra estremista» in vista della finanziaria.
Il tono è da invettiva biblica: «Fioroni è il nemico della scuola lombarda, il nemico degli insegnanti, degli studenti, delle famiglie». E ancora, in crescendo: «Le critiche unanimi da lui raccolte vengono qui confermate ». Fino all'acuto: «Così come il soprannome che gli han dato i suoi concittadini, quello di "Beppe bugia" ».
Secondo Formigoni «dietro al ricorso si legge una ripugnante impostazione politica, la volontà di relegare la formazione in un ruolo del tutto marginale, riservarla ai dropout
». Ma la decisione, prosegue il presidente, manifesta anche «sprezzo della Costituzione, che su questo tema assegna competenza esclusiva alle Regioni».
La risposta del ministro arriva con una nota: «Quando si usano toni non all'altezza dell'istituzione che si rappresenta e le parole scavalcano il limite del rispetto, ci si commenta da soli». Un comportamento, secondo Fioroni, che «non trova giustificazioni» visti i «ripetuti incontri » tra Regione e ministero. Secondo Fioroni, «la cosa che più sorprende è l'accusa di essere nemici della formazione: Formigoni sa bene che il ministro apprezza a tal punto i percorsi triennali della Lombardia da aver aumentato dell'80% i finanziamenti». E allora, «sarebbe bene non strumentalizzare» ma far sapere «che quei corsi potranno proseguire grazie ai finanziamenti di questo governo. Fare, invece, leggi o riforme senza copertura finanziaria, questo sì che è un brutto modo di fare politica». Dal ministero si apprende che proprio sulle modalità di finanziamento dei corsi (quota capitaria) si sarebbero appuntate le osservazioni che hanno portato all'impugnazione della legge lombarda.
In serata, controreplica dal Pirellone: «Molte parole per aggiungere bugie: non c'è stato alcun aumento dei finanziamenti. C'è stato invece un accordo tra Regioni che si sono ripartite in modo diverso tra loro le risorse del ministero, identiche a quelle degli anni precedenti».