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Corriere-Milano-"Pochi insegnanti, a rischio il tempo pieno a scuola"

Sull'inizio delle lezioni pesa la mancata nomina di 1.500 prof di sostegno. Scuola islamica di via Quaranta, oggi incontro in Prefettura "Pochi insegnanti, a rischio il tempo pieno a scuola" I...

12/09/2005
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Corriere della sera

Sull'inizio delle lezioni pesa la mancata nomina di 1.500 prof di sostegno. Scuola islamica di via Quaranta, oggi incontro in Prefettura
"Pochi insegnanti, a rischio il tempo pieno a scuola"
I presidi: sono aumentate le richieste, ma mancano maestre. Dutto: 40 ore garantite a 190 mila alunni
"Mancano i facilitatori linguistici, aumenta la richiesta di tempo pieno e diminuiscono gli insegnanti, aspettiamo la nomina di 1.500 docenti di sostegno: l'anno riparte ma i problemi sono sempre gli stessi". L'emozione del primo giorno e la denuncia di Retescuole: "Saranno nove mesi difficili". Un altro anno di scuola. Sul piatto, l'emergenza stranieri (a Milano 8 mila su 408.859 il 7,3 per cento del totale), la vicenda di via Quaranta (oggi il primo tavolo con il prefetto), le cattedre di sostegno (1.500 ancora da coprire), il tempo pieno. Le classi a quaranta ore continuano ad aumentare: raggiungono il 42,6 per cento in Lombardia, l'88,4 a Milano. "Sono 190 mila i bambini lombardi - precisa il direttore scolastico regionale, Mario Dutto - che alle elementari avranno 40 ore di lezione alla settimana. È un'offerta unica in Europa". Ribatte Marco Donati di Retescuole: "Ma le compresenze sono sparite. Da quest'anno non esiste più il tempo pieno. Sarà un "tempo riempito", con un maestro unico e insegnanti "satellite". Succede in moltissime elementari". Come nel plesso di viale Romagna e alla Mugello-Mezzofanti. Dice il preside, Gianni Gandola: "In quasi tutte le scuole è stato tolto un posto. Purtroppo le contemporaneità, uno degli aspetti più qualificanti del tempo pieno, non esistono più. Insegnanti di sostegno? Ne ho chiesti 13 e ne ho avuti 10". Anche sulle nomine continuano le polemiche. Denunciano i sindacati: "Devono essere ancora incaricati 1.500 docenti di sostegno. La maggior parte, tra l'altro, senza qualifica. I precari continuano a essere il 14 per cento del totale". Si difende il provveditore, Antonio Zenga: "In due settimane abbiamo coperto 4 mila posti". Aggiunge Donati: "Nelle scuole di Milano ci sono solo 56 facilitatori linguistici per gli studenti stranieri, ma in alcune classi gli alunni di nazionalità non italiana raggiungono il 30 per cento". Contro la riforma Moratti, Retescuole ha preparato una bozza di lavoro per una legge di iniziativa popolare: "Vogliamo che questi due anni di opposizione diventino una proposta di cambiamento". Anche i ragazzi delle superiori sono pronti a scendere in campo: la data non è ancora certa (si pensa a giovedì 15), "ma - dice Gabriele Fiorentini dell'Unione degli studenti - vogliamo organizzare una manifestazione con tutti gli studenti". Un anno che comincia per oltre un milione di giovani lombardi. Tutti in classe, tranne i cinquecento bambini di via Quaranta: stop di una settimana dopo che il Comune ha dichiarato inagibili i locali dell'edificio. Oggi alle 10, in corso Monforte, il prefetto Bruno Ferrante incontrerà il direttore del centro islamico, Aly Sharif, e Mario Dutto per cercare una soluzione, "almeno transitoria", al problema. Poi Dutto incontrerà i dirigenti del provveditorato per verificare altre possibili strade. "Speriamo", commenta Sharif, che si augura di trovare une sede provvisoria per la scuola.
Ma interviene il presidente della Provincia, Filippo Penati: "Credo che ci sia bisogno di un gesto di discontinuità da parte dei responsabili di via Quaranta: ammettano che quella esperienza deve essere superata. Fare la richiesta per il riconoscimento di scuola straniera e non per la parificazione non porta all'integrazione, ma preferisce rimanere in una sorta di terra di nessuno". "Ma la vicenda di via Quaranta - ribadisce il consigliere ds Marilena Adamo - non deve essere il pretesto per oscurare i problemi della scuola milanese. Oltre al taglio degli organici, vi sono tante responsabilità del Comune, a cominciare dal degrado degli edifici. Per non parlare dei nidi, dove regna una totale confusione: alcuni risultano non ancora pronti e gli uffici non sono in grado di dire alle famiglie quando apriranno".

Annachiara Sacchi


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