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Corriere-Milano-Inglese e informatica anche il pomeriggio"

Inglese e informatica anche il pomeriggio" MILANO - All'elementare "Cadorna" di via Dolci, nel quartiere milanese di San Siro, genitori e insegnanti hanno le idee chiare. Basta dare uno sguardo n...

18/01/2004
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Corriere della sera

Inglese e informatica anche il pomeriggio"

MILANO - All'elementare "Cadorna" di via Dolci, nel quartiere milanese di San Siro, genitori e insegnanti hanno le idee chiare. Basta dare uno sguardo nell'atrio per capirlo: un cartellone recita a caratteri cubitali lo slogan "difendiamo il tempo pieno". Del resto in via Dolci, dove palazzine di inizio secolo sorgono di fianco a casermoni popolari, il tempo pieno ha stravinto sul "modulo" (lezioni solo alla mattina) oltre quindici anni fa. E anche oggi, 420 bambini iscritti, di cui 31 disabili e 150 extracomunitari provenienti da 25 Paesi, esistono solo classi a tempo pieno. "Abbiamo accontentato le esigenze delle famiglie - spiega il dirigente scolastico, Chiara Bonetti - e vogliamo continuare a farlo. Per questo combattiamo".
Volantini, raccolte di firme, incontri con i sindacati, dibattiti nel quartiere, assemblee per spiegare e capire cosa succederà a partire dal prossimo anno scolastico: genitori e insegnanti della "Cadorna" sono uniti. "Contro una riforma che ci fa tornare indietro di trent'anni e che ripristina il doposcuola".
Continua, dunque, la battaglia di Milano in difesa del tempo pieno, il sistema scolastico scelto dall'85 per cento delle famiglie. In prima linea, i "pasionari" della "Cadorna", impegnati e preoccupati.
"La nostra è una città difficile, soprattutto per i più piccoli - commenta il vicepreside, Pierluigi Rocca - e la scuola disegnata dal ministro Moratti potrebbe provocare un ulteriore carico di stress ai bambini". Sotto accusa, le 27 ore settimanali obbligatorie (oltre alle tre facoltative del pomeriggio e alle dieci di mensa) previste dalla riforma. "Bisognerà concentrare tutto nelle ore della mattina - continua Rocca - : proprio il contrario del tempo pieno che permette di distribuire su 40 ore materie fondamentali e laboratori didattici, come l'inglese e l'informatica". Ancora: "Solo un modello pedagogico "disteso" può garantire certi progetti. Così, invece, si rischia di rincorrere i programmi, creare ansia nei bambini e tornare, con le ore facoltative del pomeriggio, al vecchio doposcuola". Gli fa eco Orietta Brambilla, responsabile dei diritti alla persona e del disagio: "Il tempo pieno contrasta ritmi disciplinari frenetici che sono incompatibili con chi fa più fatica, cioè gli stranieri e i disabili".
Poi ci sono le domande dei genitori, alle prese con le iscrizioni (entro il 31 gennaio) e tante incognite: "Sono una mamma che lavora - commenta Ilaria Badari - e mi auguro che la scuola continui a dare un'offerta culturale di qualità senza trasformarsi in un parcheggio. La mia preoccupazione? Il fatto che questa riforma danneggi le donne, strette tra il lavoro e una società che non le aiuta".
Annachiara Sacchi


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