Corriere: Maturità, cambiano i voti. Più difficile prendere 100
Necessaria la media del sei per essere ammessi, condotta compresa.
ROMA — Cambiano le regole nella scuola italiana e la maturità 2009 non fa eccezione. Sono due le novità importanti, il punteggio per il voto finale e l’obbligo della media del sei per l’ammissione all’esame, condotta compresa.
Il punteggio della maturità quest’anno cambia. Il credito scolastico, ovvero quanto si è «guadagnato» impegnandosi nello studio durante tutto il triennio, sale da 20 a 25 punti. Gli scritti saranno valutati sempre al massimo 15 per uno, quindi 45 punti complessivi, la prova orale scende invece da 35 a 30. Il totale fa sempre 100 ma cambia il criterio di valutazione perché il curriculum avrà più peso dell’esito dell’orale. Così come avrà più peso nel raggiungimento di quel minimo punteggio (15 punti sul credito scolastico e 70 sulle prove scritte e orali), che occorre per accedere al bonus di 5 punti a disposizione della commissione per premiare i meritevoli.
«Diventa di fatto più difficile per il ragazzo che va bene all’esame ottenere un punteggio più alto e il bonus — sottolinea il preside del liceo Dante Alighieri di Roma Carlo Mari —. Da una parte basta un credito medio- basso per accedere al bonus, dall’altra si rende più complicato arrivarci con la prova orale. Sembra che si voglia favorire il curriculum scolastico, ma non so quanto questo sia davvero un vantaggio per lo studente ». La riforma del punteggio è stata decisa tre anni fa dal ministro Giuseppe Fioroni. Non poteva entrare in vigore prima di quest’anno perché occorreva attendere il completamento del primo triennio interessato dalle nuove regole. Il ministro Mariastella Gelmini ha ritenuto di mantenere questa norma perché è giusto «tener conto non soltanto dell’esame di maturità ma di tutto il percorso di studi». Il preside del Vittorio Veneto di Milano, Michele D’Elia, non è convinto: «Mi sembra una roba studiata a tavolino, un ragazzo può riscattare con la maturità un percorso non brillante, perché non dargli fiducia valorizzando la sua prestazione all’esame? ».
L’altra importante novità quest’anno è la media obbligatoria del sei per essere ammessi alla maturità. Fino all’anno scorso ci si poteva fermare anche ad un cinque e mezzo, con una motivazione scritta del consiglio di classe. Per diversi mesi insegnanti e studenti sono rimasti nell’incertezza di quello che sarebbe accaduto a giugno perché la Gelmini avrebbe voluto subito un sistema più meritocratico, e cioè il sei in ogni singola materia, cosa che sarà obbligatoria a partire dalla maturità 2010. Poi, pochi giorni fa, è passato il principio della sufficienza con il voto in condotta che fa media.
«Per fortuna si è trovato un compromesso — dice ancora il preside romano Carlo Mari —. La media del sei salva l’esigenza del rigore senza penalizzare troppo gli studenti». Più critico il collega del liceo milanese Michele D’Elia: «Gli studenti non sono bulloni di un ingranaggio e gli insegnanti non sono automi che applicano delle regolette. Questa disposizione toglie il dato umano ai consigli di classe. Ogni studente ha una sua storia, va valutato singolarmente, il sei di media obbligatorio ci ha costretti soltanto ad alzare i voti prima di entrare in consiglio di classe per evitare bocciature di massa». Il voto in condotta che fa media, poi, continua D’Elia «ottiene il risultato contrario all’intento meritocratico del ministro. Un ragazzo poco studioso ma con un 9 in condotta finisce per essere premiato mentre un ragazzo brillante ma un po’ troppo vivace può essere penalizzato».