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Corriere: Londra, le scuole potranno vietare il velo

La direttiva del ministero dell'Istruzione dopo una serie di controversie legali. Reazioni contrastanti tra gli islamici

21/03/2007
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Corriere della sera

Intervento del governo. «Può influire negativamente su apprendimento e partecipazione»

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA — Un segno di multiculturalismo o uno strumento di autosegregazione? Il velo islamico integrale è diventato un problema nel Regno Unito e ha causato negli ultimi mesi una serie di controversie giudiziarie, partite soprattutto dalle scuole. Così il governo ha deciso di dare ai presidi il potere di vietarlo in classe. Il ministero dell'Istruzione ha varato una nuova direttiva che sancisce: «Spetta ai capi degli istituti decidere se il velo influisce negativamente sulla capacità di apprendimento o partecipazione alla discussione degli alunni o causa problemi di sicurezza e in questi casi possono proibirlo».
Il documento precisa che le scuole possono impedire alle ragazze islamiche di indossare il niqab (il velo integrale che lascia solo una fessura per gli occhi) se un insegnante ritiene che questo «possa rendere impossibile valutare il livello di attenzione e comprensione dell'allieva». E ancora: «Le autorità scolastiche debbono essere in grado di identificare le alunne per mantenere l'ordine ed evitare l'ingresso a intrusi».
Recentemente in materia di sicurezza ci sono stati un paio di casi che hanno fatto scandalo: si è scoperto che uno dei terroristi che il 21 luglio 2005 cercarono di farsi saltare sulla metropolitana indossò il niqab della sorella per fuggire e con l'espediente riuscì a passare i controlli di sicurezza dell'aeroporto di Heathrow, dove nessuno osò chiedere di sollevarlo per far vedere il volto. Lo stesso espediente avrebbe permesso la fuga a un uomo ricercato per l'assassinio di un poliziotto.
Poi ci sono stati i casi giudiziari di una insegnante elementare sospesa dalla scuola perché indossava il niqab in aula e i bambini non riuscivano a capire quello che diceva e infine quello di un'alunna a cui era stato ordinato di venire a volto scoperto. I tribunali in primo grado hanno dato ragione ai due istituti.
«Con questa direttiva vogliamo fare chiarezza», ha detto un portavoce del ministero. Spetterà dunque ai presidi decidere. Il velo potrà essere proibito nelle scuole pubbliche, comprese quelle confessionali. Sono esclusi dal provvedimento gli istituti privati.
Le reazioni dalla comunità islamica, che nel Regno Unito conta un milione e ottocentomila cittadini, pari al 2,8 per cento della popolazione, sono contrastanti. Il presidente della Islamic Human Rights Commission, Massoud Shadjareh, si è detto «scioccato» e ha previsto che «molti genitori islamici potrebbero essere costretti a ritirare i figli da scuola»; altri hanno parlato di «un nuovo passo verso la demonizzazione dell'Islam in Gran Bretagna».
Ma il dottor Tag Hargey del Muslim Education Centre ha dato ragione al governo: «Perché quando si nasconde il volto non solo si disumanizzano le ragazze, ma si allarga il solco di incomprensione nelle nostre comunità, si mascherano i sentimenti».
Nel Regno Unito il dibattito sul velo integrale è stato lanciato l'anno scorso da Jack Straw, ex ministro degli Interni, degli Esteri e oggi Leader dei Comuni. Straw sostiene che il niqab rende difficili le relazioni all'interno della società e che è diventato «una vistosa dichiarazione di separazione e differenza nelle nostre comunità». Gli ha dato ragione anche Tony Blair che ha spiegato: «La gente vuole sapere quale è il giusto equilibrio tra il multiculturalismo, l'identità distintiva di ogni comunità e l'integrazione nella nostra cultura». Mentre il premier cercava di misurare le parole, pure spostando l'accento sulla necessità di integrazione, esponenti del mondo della cultura come Salman Rushdie hanno usato la lingua come la spada: «Il velo è un segno di sottomissione delle donne, fa semplicemente schifo», ha detto l'autore dei Versi satanici.


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