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Corriere: Liceo Berchet a secco di fondi . Taglio ai corsi di recupero

IN CRISI ANCHE IL PRESTIGIOSO CLASSICO di via Commenda. Il preside Innocente Pessina: scelta obbligata, ma il ministero ci deve 213 mila euro

24/03/2010
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Corriere della sera

MILANO - I conti non tornavano. Li ha fatti e rifatti. Poi, Innocente Pessina, preside del liceo classico Berchet, ha dovuto cedere all’evidenza, prendere carta e penna e inviare ai colleghi professori una circolare: «Abbiamo fatto ulteriori controlli sui finanziamenti in arrivo dal ministero dell’Istruzione. Dobbiamo rettificare le nostre disposizioni: le ore destinate ai corsi di recupero destinate a ciascuna classe saranno non trenta, come avevamo precedentemente comunicato, ma solamente 24». Misto tra rabbia e mortificazione: «È difficile andare avanti in queste condizioni».

Anche i licei più prestigiosi piangono. La mancanza di fondi, la necessità di dover ricorrere ai contributi delle famiglie per garantire ai ragazzi corsi e attività aggiuntive. E così perfino il Berchet è costretto a rivedere i conti e i corsi di recupero. Non perché non sia virtuoso. Anzi, il liceo classico di via Commenda continua ad anticipare fondi che, almeno per ora, non si sono visti. Il preside Innocente Pessina è preciso al centesimo: «Dal 2003 abbiamo accumulato residui attivi pari a 231.048,31 euro». Si tratta di crediti, non di debiti. «L’anno scorso — continua il dirigente — eravamo riusciti a garantire trenta ore di recupero a ogni classe. Anche per la prossima estate pensavamo di raggiungere gli stessi standard, ma ci siamo sbagliati». Solo 24 ore di recupero, il venti per cento in meno del 2009. «E il problema—ammette Pessina—non riguarda solo la mia scuola. Diciamo che è piuttosto diffuso».

Se ne è parlato lo scorso weekend a Pescara, 130 presidi di tutta Italia riuniti per il convegno annuale di Di.S.A.L. (Dirigenti Scuole Autonome e Libere), l’associazione professionale presieduta da Roberto Pellegatta. «Tutti gli istituti superiori—continua Pessina — sono più o meno nelle mie condizioni». Secondo la Flc-Cgil, il credito vantato dalle scuole lombarde (di ogni ordine e grado) si aggirerebbe intorno ai 200 milioni di euro. «E se si calcola che la Lombardia di norma rappresenta, almeno in termini finanziari, circa il 10 per cento dell’Italia — conclude Raffaele Ciuffreda, dirigente Cgil—stiamo sul miliardo e 700 milioni di euro dovuti alle scuole del Paese».

Annachiara Sacchi


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