Corriere: «Libri di scuola troppo cari» L'Antitrust avvia un'indagine
La replica degli editori: aumenti intorno all'1 per cento. E dal 2002 il ministero non modifica il tetto di spesa
La replica degli editori: aumenti intorno all'1 per cento. E dal 2002 il ministero non modifica il tetto di spesa
Fioroni: bene l'inchiesta. Le denunce dei consumatori
ROMA — In Europa siamo i peggiori. La vita media dei libri di testo per le scuole medie inferiori e superiori in Italia è di soli due anni mentre in Svezia un libro «vive» dai 4 ai 10 anni, in Germania 6 e in Spagna 4. Troppe «nuove edizioni» e troppo frequenti rendono anomalo il mercato e provocano il fenomeno, tutto italiano, del caro-libri. Stangata annuale, e puntuale, sui bilanci familiari.
In questo mercato, che anche per il 2007 secondo l'Intesa consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) registra un'impennata dei prezzi dei libri di circa il 5 per cento, vuole vederci chiaro dopo «le numerose sollecitazioni giunte», il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà. «Faremo una preistruttoria tra qualche giorno — ha detto Catricalà — per capire che cosa sta succedendo. Gli uffici sono già allertati per verificare se ci sono state intese tra le case editrici». Già domani il neosegretario generale Luigi Fiorentino presiederà una prima riunione.
L'iniziativa non dispiace affatto al ministro per la Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, che già da qualche giorno ha ricevuto sul tavolo i ricchi dossier di denuncia delle associazioni dei consumatori. «Ben venga l'indagine dell'Antitrust » dice il ministro, sia perché potrà «aiutare a rendere più trasparente il mercato» sia perché «un'opera di controllo e vigilanza renderà più efficace l'azione del ministero che fissa i tetti massimi di spesa».
Il ministero, infatti, per le medie inferiori fissa un tetto di spesa al quale, in teoria, le scuole dovrebbero adeguarsi. Il tetto quest'anno è di 280 euro. Ma in media, hanno calcolato le associazioni dei consumatori, le famiglie spenderanno 320 euro. Per la verità, il decreto di maggio permette persino uno sforamento del 10 per cento sulla prima classe delle medie, che deve però essere recuperato nei due anni successivi.
Altroconsumo ha invece scoperto, in un'indagine che ha coinvolto 55 prime classi delle medie inferiori, che il 44 per cento «sfora lo sforamento» di oltre l'8 per cento. La maglia nera va a Napoli (65 per cento delle classi), seguita da Milano e Roma. «Il tetto di spesa — ha detto Michele Cavuoti di Altroconsumo — è uno strumento che dovrebbe tutelare le famiglie. Se i consigli di istituto lo ignorano nelle scelte dei libri di testo, il meccanismo virtuoso salta».
«Già ma è dal 2002 — replica con fervore la consulente dell'Associazione degli editori scolastici, Ethel Serravalle — che il ministero non aumenta il tetto di spesa. Sempre lo stesso da allora, a fronte di un'inflazione del 2 per cento annuo circa. E comunque non ci risulta affatto un aumento del 5 per cento, siamo attorno all'1 per cento, forse sarà così alle superiori dove non ci sono i tetti».
Eppure di mercato «malato» parlano apertamente il Codacons, che accusa le case editrici «con la connivenza dei professori », di fingere di «avere nuove edizioni per costringere le famiglie ad acquistarle», e il Moige, Movimento genitori: «È vergognoso — dice il responsabile scuola Bruno Ladaresta — che gli insegnanti cambino libri quasi ogni anno».