Corriere-Liberiamo i giovani dalle angosce dei genitori
Liberiamo i giovani dalle angosce dei genitori" Saranno loro a fornirci le risposte finali, mentre noi adulti tendiamo a trasmettere le nostre insicurezze Nel mese di dicembre in molte scuole ...
Liberiamo i giovani dalle angosce dei genitori"
Saranno loro a fornirci le risposte finali, mentre noi adulti tendiamo a trasmettere le nostre insicurezze
Nel mese di dicembre in molte scuole italiane si svolge il primo ricevimento ufficiale delle famiglie. Padri e madri entrano nelle aule dove, seduti ai banchi, invece degli studenti, ci sono i professori, pronti a informare sulla resa didattica e disciplinare dei nostri ragazzi. Come docente attendo sempre con interesse questo appuntamento. Dico di più: è il giorno dell'anno in cui vedo crescere in misura maggiore la mia fiducia nei confronti del futuro. Negli adulti ho l'impressione di riconoscere gli ostacoli contro i quali gli adolescenti si scontrano. Nella madre ansiosa e possessiva decifro l'insicurezza del giovane allievo. Quella arcigna e severa mi sembra essere la portatrice sana della scarsa autostima del ragazzo che le assomiglia. Chissà, dico a me stesso, forse il padre distratto rappresenta la fonte segreta della solitudine di Marco, così come quello troppo pignolo potrebbe spiegare l'inquietudine di Andrea. Di una cosa comunque mi sono persuaso: se i grandi sembrano deputati a risolvere i problemi talvolta angosciosi dei piccoli, di fatto saranno questi ultimi - comunque sia - a fornire le risposte finali. Persino il peggiore dei figli sembra compiere un passo in avanti rispetto ai genitori.
Quest'anno, per la prima volta da quando insegno, non conoscerò le famiglie dei miei scolari: essendo quasi tutti extracomunitari, se le sono lasciate alle spalle, simili a balocchi ingombranti che, durante le fughe rocambolesche di cui sono stati protagonisti, non si potevano permettere.
Eppure in certi sguardi sedicenni filtra una gagliarda indistruttibile speranza: nei momenti più belli vi si possono indovinare le sfide e i traguardi che ognuno, a quell'età, si prefigura, pur sapendo di dover mettere in conto altre avventure e possibili errori.
E se noi del vecchio Belpaese che, in un modo o nell'altro, li stiamo accogliendo al riparo delle strutture democratiche, invece di recitare nei loro confronti il ruolo dei genitori troppo apprensivi, assorbissimo da questi popoli giovani il coraggio che, secondo il rapporto del Censis, abbiamo smarrito?
In quel caso non saremmo più insicuri nonostante il benessere, pessimisti malgrado la salute, intimoriti ancorché protetti.