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Corriere: Le tentazioni (pericolose) del tempo libero

VISTO DALL'ITALIA

02/10/2007
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Corriere della sera

Grazie a Dio da noi non c'è il mercoledì. Il mercoledì dei bambini a casa, come in Francia. Un bel guaio, basta parlare con una mamma indigena che lavora, o leggere gli annunci online: «Cercasi babysitter referenziata per Nicolas e Fanny, lun-mar-giov-ven dalle 16 alle 20, merc dalle 8 alle 20». Chi non può lascia i figli a vicine prezzolate che tengono più bambini. E cose del genere. E l'altro Nicolas (quello grande, Sarkozy) non fa prigionieri: i francesi devono lavorare di più ma lo Stato deve tagliare le spese, quindi i francesi devono tenersi di più i figli.
Ancora di mercoledì, ora anche il sabato mattina, giornata peraltro più sensata. Qualcosa dovranno fargli fare, magari weekend fuori, magari shopping, quindi si spenderà di più e aumenteranno i consumi. Magari in Francia. Magari però è il caso di riflettere sul taglio delle ore di scuola in Italia. Ripetendo delle banalità: non si può stare coi figli durante l'orario di lavoro; dove non c'è più il tempo pieno si sono creati problemi seri alle tanto altrimenti esaltate famiglie; le scuole dove il tempo pieno funziona e ci sono attività extrascolastiche sono quelle con famiglie mediamente benestanti a cui si può chiedere un contributo per attività-attrezzature-ecc. E il lasciare molto tempo libero dalla scuola aumenta le differenze di classe e toglie opportunità ai bambini meno abbienti. Che nel tempo libero dalla scuola non vanno a inglese-aikido-danza acrobatica-ecc.
come i compagni più ricchi. Che, a differenza dei più ricchi, se (hanno proposto anche questo, da noi) si introducessero vacanze più lunghe durante l'anno scolastico, non andrebbero a visitare capitali europee-sciare-nuotare alle Maldive (molti spenderebbero all'estero, altro che aumento dei consumi); starebbero a casa, tra videogiochi e tv, o in strada. Mentre durante le vacanze attuali, almeno, un campo estivo in città si trova. E allora? Aldilà di proposte antipolitiche (investire i fondi per il trasporto della famiglia Mastella nei doposcuola alle elementari, cose così), si spera che il modello Sarkozy non tenti nessuno.
Meglio tagliare altrove, meglio non trasformare i bambini delle famiglie normali in meniños de rua (se diventano ragazzini di strada, poi, magari qualche mamma in Suv che porta a casa i figli da qualche costosa scuola americana a tempo pieno li mette sotto, può capitare).


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