Corriere-Le "primine" sopravvivono alla riforma
Le "primine" sopravvivono alla riforma Scuola: ancora possibile il salto dall'asilo in seconda elementare. Quest'anno 36 mila anticipi ROMA - L'iscrizione anticipata alla prima elementar...
Le "primine" sopravvivono alla riforma
Scuola: ancora possibile il salto dall'asilo in seconda elementare. Quest'anno 36 mila anticipi
ROMA - L'iscrizione anticipata alla prima elementare prevista dalla riforma Moratti non ha cancellato le "primine". Il nuovo ordinamento dell'Istruzione consente alle famiglie di mandare a scuola i propri figli con sei mesi di anticipo. È il caso di un bambino che compie 6 anni il 28 febbraio e più avanti, quando la riforma andrà a regime, il 30 aprile. Ma accanto al nuovo sopravvivono le vecchie norme che hanno reso possibile per decenni il "salto" di un anno grazie ai corsi privati o all'educazione paterna. Insomma ci sono due percorsi. Uno ufficiale, una sorta di autostrada che garantisce uno sconto di sei mesi. L'altro un po' meno ufficiale, piuttosto controverso, più simile a una strada che non è segnata in tutte le mappe, che offre un buono di dodici mesi. È la strada delle "primine", ma anche degli alunni "clandestini", dei "progetti di continuità" utilizzati in maniera distorta. La riforma ha fatto emergere in buona parte questa realtà, rimasta sommersa per tanto tempo. Ma non sembra in grado di soddisfare interamente la domanda di anticipo. I percorsi alternativi infatti resistono e risultano ancora concorrenziali. In un mondo in cui tutti cercano di non arrivare troppo tardi. In Europa l'ingresso all'università è anticipato quasi ovunque. Da noi a diciotto anni si prende la patente, si vota ma si frequenta ancora il liceo.
L'IDONEITÀ - La parola magica è "idoneità". Consente di frequentare la seconda elementare a sei anni e pochi giorni, dopo aver sostenuto un amichevole accertamento. La circolare del 3 dicembre, quella sulle nuove pagelle, ricorda alle scuole che "le iscrizioni agli esami di idoneità per la frequenza delle classi seconda, terza, quarta e quinta della scuola primaria e della prima classe della scuola secondaria di primo grado (non ci sono più gli esami di quinta, ndr ) sono consentite agli alunni che abbiano compiuto o compiano, entro il 31 agosto dell'anno in cui svolgono gli esami, rispettivamente il sesto, il settimo, l'ottavo, il nono e il decimo anno di età". Prima quel termine arrivava fino al 31 dicembre. Il ministro Moratti l'ha ritenuto eccessivo e ha tagliato quattro mesi. Non ha però stabilito un'unica data.
I "SALTATORI" - Si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso nel Sud del Paese. Con l'educazione paterna, una sorta di scuola fatta in casa, o corsi privati, o con altri espedienti poco noti come i "progetti di continuità", un numero molto elevato di bambini è passata dalla materna alla seconda elementare. La circolare non è piaciuta alla Cisl scuola, il sindacato maggioritario delle nostre maestre. "Il ministero - ha dichiarato il segretario nazionale Francesco Scrima - incentiva il fenomeno dei "saltatori" più o meno clandestini". Un riferimento esplicito ai bambini dell'asilo autorizzati a frequentare la prima elementare per ambientarsi un po' - i cosiddetti progetti di continuità - e che poi restano su quel banco fino all'esame di idoneità alla seconda. I salti, si sa, alla lunga incidono sui livelli di occupazione. E dai conti che si sono fatti alla Cisl, potrebbe addirittura saltare una leva di studenti.
VOGLIA DI ANTICIPO - Le famiglie, però, hanno gradito. Quest'anno circa 36 mila bambini, oltre un terzo degli avanti diritto, si sono avvalsi dell'anticipo. Sta cambiando anche la filosofia dell'istruzione: la scuola fa un passo indietro e cerca di adattarsi alle richieste delle famiglie e alle esigenze del ragazzo. In passato un genitore era "obbligato" a iscrivere il figlio in prima se compiva sei anni entro il 31 dicembre. Se era nato il primo gennaio doveva attendere un anno. Con la riforma Moratti se il bambino compie gli anni tra il primo settembre e il 28 febbraio (a regime, il 30 aprile), può iscriverlo oppure attendere un anno. Decide da solo. Nessuno lo può condizionare nella valutazione delle potenzialità del figlio.
Giulio Benedetti