Corriere - Le novità della Moratti
"Bocciature solo alla fine dei bienni" Riforma della scuola, bisognerà recuperare i debiti formativi. Una prova nazionale all'esame di terza media ROMA - Con la riforma che dovrebbe essere...
"Bocciature solo alla fine dei bienni"
Riforma della scuola, bisognerà recuperare i debiti formativi. Una prova nazionale all'esame di terza media
ROMA - Con la riforma che dovrebbe essere varata dal prossimo Consiglio dei ministri gli studenti verranno valutati alla fine di ciascuno dei bienni didattici che scandiranno il percorso scolastico. Si tireranno le somme sul profitto di ogni alunno in seconda e quarta elementare, in prima media e nel secondo e quarto anno della secondaria. L'esame di quinta elementare non ci sarà più. La valutazione finale per il primo ciclo di studi avverrà in terza media con un esame di stato caratterizzato anche da una prova nazionale. Alla fine si affronterà la prova di maturità. Il profilo dell'architettura della nuova scuola è stato tratteggiato dal sottosegretario all'Istruzione Valentina Aprea durante un convegno della Gilda sulla riforma. Prosegue intanto al ministero dell'Istruzione il lavoro di messa a punto del disegno di legge sulla riforma della scuola, dopo lo "stop" deciso nello scorso Consiglio dei ministri. Il provvedimento potrebbe prevedere il ricorso alla delega per la definizione. Si sta cercando di stabilire quanto costerà la riforma. Secondo i conti del ministero, per finanziare l'anticipo delle iscrizioni ci vorranno circa 123 milioni di euro nei primi tre anni di attuazione, dal 2002 al 2004, il tempo necessario per andare a regime.
VALUTAZIONE - "I docenti - ha detto Aprea - avranno la possibilità ogni due anni di promuovere o di fermare gli studenti e sempre ogni due anni il sistema nazionale valuterà in ingresso (prima, terza, quinta elementare, seconda media, prima e terza secondaria ndr ), gli apprendimenti dei ragazzi e quindi la qualità complessiva del sistema". La filosofia di fondo, ha spiegato il sottosegretario, è che i debiti formativi, come si definiscono oggi le lacune, le difficoltà, non potranno più essere trascinati per svariati anni ma dovranno essere sanati in un biennio. Sono le linee della proposta messa a punto dal gruppo di lavoro presieduto dal pedagogista Giuseppe Bertagna. L'idea delle verifiche biennali è scaturita anche dall'osservazione dei risultati non molto incoraggianti dei test di ammissione alle università. Ma saranno le norme di attuazione della riforma a definire nei dettagli i criteri della valutazione biennale e tutti gli altri aspetti della riforma.
L'IPOTESI BERTAGNA - La commissione Bertagna ha previsto un passaggio dal primo al secondo anno del biennio automatico, anche con un brutto voto in tutte le materie. Ma se alla fine del secondo anno restano anche due soli dei vecchi debiti, non si è ammessi al biennio successivo. Se invece le materie in cui non si va bene sono nuove, il passaggio al biennio successivo è possibile. Resta però l'obbligo di recuperare. Vale sempre la stessa regola: se uno trascina gli stessi debiti per due anni viene bocciato. Ma chi valuterà? La riforma della scuola dovrebbe andare di pari passo con la riforma degli organi collegiali. Secondo le proposte di maggioranza e opposizione, attualmente in commissione, non ci sarà più il consiglio di classe. Il criterio suggerito è che gli studenti vengano valutati dall'insieme dei docenti con cui entrano in rapporto.
LE CARRIERE - Dalla riforma novità anche per gli insegnanti che potranno fare carriera. In che modo? Dopo il periodo di formazione iniziale uguale per tutti, laurea specialistica e un periodo di tirocinio biennale, anche con stage all'estero, torneranno all'università per frequentare corsi di formazione più o meno complessi ai quali corrisponderanno funzioni diverse all'interno della scuola. Una di queste, prevista dall'ipotesi Bertagna, potrebbe essere quella di "tutor" addetto alla valutazione dei ragazzi. Carriere sì, ma "fuori dalle istituzioni scolastiche", è stato il commento della Gilda. La prospettiva è stata accolta con entusiasmo da Sandro Gigliotti, presidente dell'associazione degli insegnanti, Apef. E sempre a proposito di nuove figure professionali, il sottosegretario Valentina Aprea ha annunciato che nelle scuole materne dal prossimo anno accanto alle maestre potrebbero esserci delle novità, se saranno ammessi anche i bambini di due anni e mezzo. "Rispetto a questo ingresso anticipato - ha spiegato la Aprea - sarà possibile anche immaginare presenze più idonee ad accudire bambini così piccoli".
ANTICIPO - L'impianto generale della riforma riproporrà quello già approdato al tavolo del governo, con alcune novità: l'ingresso anticipato facoltativo alla materna e alle elementari, rispettivamente a due anni e mezzo e a cinque anni e mezzo, potrebbe diventare più graduale. L'ipotesi che sembra profilarsi prevede infatti che per l'anno scolastico 2002-2003 possano iscriversi i bambini che compiono gli anni entro il 28 febbraio 2003. Ulteriori anticipazioni dell'età fino al 30 aprile dell'anno scolastico di riferimento potranno essere decise sulla base dei risultati.