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Corriere-La scuola vista dagli italiani "Non prepara, prof bocciati"

Una ricerca condotta da "Treellle" e dall'Istituto Cattaneo La scuola vista dagli italiani "Non prepara, prof bocciati" Il voto degli intervistati: "Appena sufficiente" ROMA - Gli italia...

14/05/2004
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Corriere della sera

Una ricerca condotta da "Treellle" e dall'Istituto Cattaneo

La scuola vista dagli italiani "Non prepara, prof bocciati"

Il voto degli intervistati: "Appena sufficiente"

ROMA - Gli italiani non sembrano molto interessati a quanto accade nel mondo della scuola. Non si appassionano al dibattito sulle riforme. Se si sollecita un giudizio generale assolvono con un sei il mondo dell'istruzione. Ma scendendo nei dettagli sono consapevoli che molte cose non vanno: dalla preparazione professionale della maggioranza dei docenti al fallimento dell'obiettivo principale della macchina scolastica, la preparazione al lavoro. Sono i risultati, spesso contraddittori, dell'indagine sugli orientamenti dei cittadini riguardo all'istruzione realizzata dall'Istituto Carlo Cattaneo e da "Treellle", un'associazione diretta da Antonio Oliva e presieduta da Umberto Agnelli.

DISINFORMAZIONE - L'aspetto che colpisce di più è lo scarso impegno degli intervistati - un campione statistico di 2.597 adulti tra i 18 e i 64 anni - a tenersi aggiornati sull'evoluzione della scuola. Il 34 per cento del campione ammette di essersi aggiornato poco o niente. Un altro 42 per cento sceglie il termine "abbastanza", piuttosto indecifrabile. Tra le fonti prevalgono l'esperienza personale (59 per cento) e dei figli (26). Solo sei cittadini su cento affermano di tenersi informati attraverso radio, tv e giornali. Se la scuola risulta essere un argomento poco interessante e trascurato dai più, di chi è la colpa? "Una parte della responsabilità - dice Attilio Oliva - va attribuita alla scarsa trasparenza della scuola stessa. In Italia accusiamo un forte ritardo per quanto riguarda gli strumenti di conoscenza e valutazione dei processi formativi, a differenza di quanto accade all'estero". Insomma una scuola autoreferenziale, opaca in qualche modo induce la gente a non occuparsi di essa. "In Europa le rilevazioni sui risultati della scuola - spiega Thomas Alexander, ex responsabile del settore Education dell'Ocse - provocano spesso accesi dibattiti". "Negli ultimi trent'anni - osserva Ferdinando Adornato, presidente della Commissione Cultura della Camera -. idee come il merito o la professionalità hanno finito con l'acquisire un significato negativo. La scuola si è trasformata in un luogo di socializzazione diventando sempre meno interessante".

OBIETTIVI MANCATI - Dall'indagine dell'Istituto Cattaneo e di "Treellle" emerge che gli italiani non apprezzano molto le prestazioni del sistema scolastico. La preparazione al mondo del lavoro, l'obiettivo che l'82 per cento degli intervistati considera molto importante o importantissimo, seguito a breve distanza dagli altri: insegnare a rapportarsi con gli altri (80), accesso all'università (77), insegnare a pensare criticamente (75), continuare ad imparare da soli (75), risulta clamorosamente mancato per il 74 per cento del campione.

MATEMATICA BOCCIATA - La materia-chiave per gli intervistati è l'italiano: oltre il 90 per cento dei cittadini intervistati le riconosce "molta importanza. Al secondo e terzo posto si piazzano l'inglese e l'informatica. Seguono la matematica e le scienze. Per Giancarlo Gasperoni, il direttore dell'Istituto Carlo Cattaneo che ha presentato l'indagine, la sottovalutazione delle discipline scientifiche desta forte preoccupazione anche alla luce del richiamo minimo esercitato dalle facoltà scientifiche e della scarsa competitività del Paese sul piano della ricerca di base e applicata. Le materie ritenute meno utili in assoluto risultano essere la filosofia e il latino, due pilastri della cultura umanistica.

INSEGNANTI - Solo il 37 per cento degli intervistati è convinto che gli insegnanti in possesso di una buona formazione professionale siano più numerosi di quelli che ne sono privi. La valutazione negativa del corpo docente è particolarmente diffusa fra gli intervistati più giovani: ben il 70 per cento dei 18-30enni dichiara che i docenti "bravi" sono una minoranza.
Giulio Benedetti


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