Corriere: La scuola e l'educazione senza colori
di Mariapia Garavaglia
C aro direttore, l'editoriale del 20 agosto di Ernesto Galli della Loggia sulla scuola getta finalmente un po' di luce su quanto il Partito democratico va ripetendo da mesi: i provvedimenti del governo Berlusconi in campo scolastico consistono in una serie di tagli indiscriminati che rischiano di mettere in ginocchio il sistema educativo. Si tratta di una questione fondamentale, ma che finora non aveva trovato eco sui media. La scuola è preziosa non solo per la formazione scolastica dei giovani ma, come si sottolinea nell'articolo, anche per l'apprendistato dei futuri cittadini i quali sui banchi dovrebbero imparare non solo nozioni ma il senso stesso del vivere nello Stato unitario. Questione non da poco ora che ci si appresta a discutere di federalismo.
I tagli attuati dal governo non colpiscono la burocrazia scolastica. I cosiddetti tagli lineari ad eccezione delle spese vincolate, voce dietro la quale si nasconde gran parte degli sprechi, hanno spinto la forbice di Tremonti sulle spese non vincolate, proprio quelle cioè che contengono i programmi rivolti all'innovazione, alla sperimentazione e all'adeguamento alla media europea. Contro questa mancanza di attenzione al futuro dei nostri giovani e del nostro Paese, il Pd sta imbastendo la sua strategia. Il programma delle feste che il nostro Partito si appresta a varare in tutta Italia nelle prossime settimane darà particolare rilievo al campo educativo.
La scuola è in primo luogo degli studenti. Il corpo docente è un soggetto essenziale che va salvaguardato non solo dall'azione sindacale — che ha lo svantaggio di essere spesso percepita come corporativa — ma da una seria proposta di riforma del proprio ruolo.
Veniamo alle materie. Sono troppe, sostiene Galli della Loggia, ed ha ragione. Personalmente, sono convinta che la salvaguardia di alcune di esse sia fondamentale per lasciare alla scuola il ruolo di custode della cultura nazionale che sembra aver perso. Tuttavia, è evidente che gli studenti si formano ora attraverso strumenti del tutto nuovi rispetto a quelli dei tempi in cui furono concepiti i programmi scolastici. Fare che il web non costituisca un confuso contenitore all'interno del quale è possibile per ogni giovane trovare tutto e il suo contrario, deve essere compito della scuola e degli insegnanti.
Infine, la politica. I tempi per riforme in progress della scuola non possono essere di breve termine: hanno bisogno di tempi medio lunghi per raggiungere risultati e perciò la collaborazione parlamentare è essenziale. Non è concepibile che il sistema educativo possa rispecchiare il colore delgGoverno in carica. Alla ripresa dei suoi lavori, spero che il Parlamento sia investito della titolarità di scelte fondamentali per i cittadini di oggi e di domani. Il Partito democratico saprà confrontarsi, senza preclusioni. Basta che dall'esecutivo non giungano nuove imposizioni che la sua maggioranza con la fiducia vota silente ed obbediente. |