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Corriere- La rivolta dei presidi: "Vogliamo valutare gli alunni

CONVOCATI La rivolta dei presidi: "Vogliamo valutare gli alunni" Duecento riuniti a conclave per analizzare l'applicazione delle novità: "Ma non potevano convocarci prima?" Le dia...

21/01/2005
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Corriere della sera

CONVOCATI

La rivolta dei presidi: "Vogliamo valutare gli alunni"

Duecento riuniti a conclave per analizzare l'applicazione delle novità: "Ma non potevano convocarci prima?"

Le diapositive si susseguono incessanti: "organizzazione pedagogica", "funzioni tutoriali", "orario curriculare". I duecento presidi di altrettante scuole romane riunite nell'aula magna dell'Ufficio scolastico regionale, all'ottavo piano di via Ostiense 131, prendono diligentemente appunti. Qualcuno commenta a bassa voce, in molti hanno voglia di fumare e superano il momento d'inquietudine girando nervosamente una sigaretta spenta tra le dita. L'atmosfera gioviale e amichevole si interrompe bruscamente quando dalla "cattedra", Sergio Govi, importante funzionario inviato dal ministero dell'Istruzione, seduto accanto alla direttrice dell'Ufficio scolastico regionale Maria Maddalena Novelli, tocca un punto dolente: le responsabilità del capo d'istituto nella valutazione degli alunni. Un tema forse ancora poco dibattuto ma che fa scattare un'ondata di dissenso piuttosto rumorosa. La Moratti, "toglie il voto" ai presidi e lo consegna totalmente nelle mani dell'équipe pedagogica: insegnanti delle ore principali ma anche soggetti esterni. "E' uno scandalo, una vergogna - tuona Maria Ruffino Aprile, dirigente della Fanelli di Ostia - il contributo del preside è "super partes", garantisce trasparenza e equilibrio. E poi, se presiede il consiglio di classe, ci sarebbe una forte contraddizione". Le posizioni sulla "legge 53" tra i tanti colleghi sono variegate e molteplici, ma nessuno è indenne da resistenze e sbarramenti nel cammino della sua applicazione. "Ho notato che ci sono state molte difficoltà di tipo ideologico - afferma Giovanna Mauriella dell'istituto comprensivo Cristoforo Colombo di Fiumicino - la nostra salvezza è sempre l'autonomia: io per esempio alle medie ho adottato il modulo orario di 55 minuti, così riesco ad avere una diciannovesima ora dedicata ai laboratori d'informatica con la compresenza di due insegnanti. Per quanto riguarda il tutor c'è bisogno ancora di formazione, oltre al fatto che la trattativa sindacale è aperta". Pochi compromessi invece per Simonetta Salacone, dirigente dell'elementare Iqbal Masih al Casilino: "Noi continuiamo a offrire il "tempo pieno" così come abbiamo sempre fatto dal 1972 e come le famiglie continuano a chiederci. Siamo nella totale deregulation , così, noi, in base all'autonomia, rifiutiamo il portfolio e daremo le vecchie schede di valutazione, dove "religione cattolica" e "condotta", resteranno giudizi a parte. Ora che sono stati presentati i decreti attuativi per le superiori il ministro parla di "riforma partecipata" (Il decreto è stato portato a dibattito dai sindacati, dalla conferenza Stato Regioni ecc,) noi invece, che siamo i poveri della scuola, ci siamo visti imporre dei diktat dall'alto. Io credo che consultare gli insegnanti vada fatto prima di varare una legge, non dopo". Giuseppe Alesi, dirigente dell'Istituto comprensivo Antonio De Curtis dichiara invece di aver applicato quasi integralmente la riforma. "È un cambiamento di rotta epocale. Finalmente ci avviciniamo a un Europa che chiede più flessibilità, più autonomia del sistema scolastico. Ho solo una critica da fare: il modello delle 18 ore (con l'insegnante prevalente). In questo caso il legislatore è entrato un po' troppo nel dettaglio...".
F. Fior.

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