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Corriere-LA PROTESTA

LA PROTESTA Costruita a metà fra infantilismo e goliardia, c'è una trappola nella quale la critica da sinistra alla riforma della scuola non dovrebbe cadere. E' il progressivo slittamento ...

04/03/2004
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Corriere della sera

LA PROTESTA

Costruita a metà fra infantilismo e goliardia, c'è una trappola nella quale la critica da sinistra alla riforma della scuola non dovrebbe cadere. E' il progressivo slittamento delle argomentazioni di metodo e di contenuto in un'aggressione al ministro che ha concepito e firmato la nuova legge. La schiuma da barba lanciata l'altra sera a Roma contro l'auto di Letizia Moratti da un gruppetto di ragazzi che dopo un dibattito in tv dal quale erano stati esclusi l'aspettavano all'uscita della Rai in via Teulada svapora leggera come la sciocchezza compiuta. Nulla di drammatico. Ma di scorretto sì. La maleducazione non paga. E la personalizzazione, astiosa e accanita, fa smarrire il senso dei motivi della contesa. I temi sono importanti, strapazzarli così introduce un minusvalore dentro le tesi di chi, legittimamente, contesta le scelte di programma. Non giova a nessuno far degradare la discussione sul futuro delle generazioni a una ininterrotta filastrocca di slogan anti-Moratti e ora persino ad assedi meschinelli e fuori misura. Quando avevo cinque anni e l'Italia stava perdendo una battaglia dopo l'altra, in prima elementare mi insegnarono due poesiole, una dedicata a "Roosveltaccio trottapiano, presidente americano" e l'altra a "Re Giorgetto d'Inghilterra che per paura della guerra chiede aiuto e protezione al ministro Churcillone". Oltre a essere sgrammaticate, portarono male. La vetta della volgarità di imporre ai bambini di chiamare "trottapiano" un esponente politico in carrozzella per handicap non è stata più eguagliata.
La riforma, che amata o disamata è una legge della Repubblica approvata in Parlamento, non è un fantoccio da prendere in giro, può essere corretta, interpretata, sostenuta, osteggiata.
Non immagino a chi giovi far degradare la discussione su di essa da confronto di idee in una demonizzazione piuttosto incivile. Lealtà vuole che le idee possano confrontarsi con pari dignità. Ma chi sbriciola i propri temi si mette nel torto da solo. Se poi si leggono, espresse altrove, le tesi dell'una e dell'altra parte, si constata invece come l'esigenza maggiore consista proprio in un pacato supplemento di reciproca informazione, finalizzato a integrare e correggere. Lo spazio c'è. Perdere tempo e stile nello svillaneggiare una delle poche donne cui il maschilismo del potere politico italiano consente di concepire e firmare una legge di sistema (apprezzabile o meno che sia nel suo insieme) è autolesionistico per ogni progressista razionale.
Gaspare Barbiellini Amidei

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