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Corriere: La Gelmini: prova per tutti con il metodo Invalsi, come alle medie»

Ieri il via all’esame di Stato per 570 mila tredicenni, si sperimenta la «valutazione oggettiva» «Nuovo test anche per la maturità

19/06/2009
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Corriere della sera

ROMA — «Sto valutando l’ipotesi di introdurre per gli esami di maturità una prova na­zionale sul modello Invalsi, ana­loga a quella della scuola me­dia ». Lo ha dichiarato il mini­stro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, nel giorno dell’esame di Stato riservato ai tredicenni. È probabile che gli studenti che lo scorso anno (edizione speri­mentale) e ieri hanno affronta­to la prima prova oggettiva na­zionale della nostra scuola, arri­vati al quinto anno di scuola su­periore (giugno 2013), s’imbat­teranno in una maturità-Inval­si (è l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educati­vo che ha predisposto un meto­do di valutazione oggettivo at­traverso una prova multidisci­plinare a domande con risposte multiple, ndr).

Al ministero non indicano una data precisa. Non escludo­no però che una prova scritta strutturata uguale per tutti, in grado di rendere comparabili i risultati, possa arrivare anche prima. «La valutazione degli studenti deve essere più ogget­tiva possibile — ha detto Maria­stella Gelmini —. La nuova pro­va potrebbe essere introdotta con l’avvio della riforma della scuola superiore. Credo che sia indispensabile abituare i nostri ragazzi a essere valutati con si­stemi internazionali».

La «mini-maturità» ieri ha coinvolto 570 mila tredicenni. Quest’anno il risultato della pro­va — che è abbastanza impe­gnativa per i nostri ragazzi — contribuirà a determinare il vo­to finale dell’esame di Stato. Quanto peserà? In mancanza di un regolamento ogni commis­sione è libera di adottare un cri­terio diverso. Ma a differenza dello scorso anno, in cui era possibile attribuire alla mi­ni- maturità anche un peso ze­ro, stavolta una qualche inci­denza, maggiore o minore, la prova dovrà averla. Il regola­mento dovrebbe essere pronto per il prossimo esame. La prova ha avuto una durata complessi­va di due ore. Quella di italiano (60 minuti), aveva il compito di sondare la capacità di lettura e di comprensione. È stato propo­sto ai ragazzi un testo di Dino Buzzati, «Il buon nome» (dalla raccolta Le notti difficili, 1971) e un testo espositivo, «Consigli per il domani ai giovani (e ai ge­nitori) ». Gli studenti poi hanno dovuto affrontare i quesiti di grammatica. La prova di mate­matica (60 minuti) ha riguarda­to i programmi dell’ultimo an­no (numero, geometria, relazio­ni e funzioni, misura, dati e pre­visioni) e ha richiesto un ragio­namento attento. Gli insegnan­ti, a partire dalle 12 di ieri, han­no cominciato a correggere gli elaborati. Rispetto allo scorso anno c’è stata una sorpresa: i test di italiano sono saliti da 25 a 40. La novità in qualche scuo­la ha provocato un po’ di sorpre­sa — le circolari non parlavano di un aumento — ma i ragazzi, a giudicare dalle notizie che giungono dagli istituti, non hanno incontrato particolari difficoltà.

G. Ben.


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