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Corriere: La Gelmini: l'emergenza è reale il governo deve trovare nuovi fondi

Il ministro «Ci sono le maniglie antipanico, ma si è persa di vista la stabilità»

24/11/2008
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Corriere della sera

ROMA — Da una parte diecimila edifici scolastici non sicuri, dall'altra un bilancio dell'istruzione di 43 miliardi assorbito al 97% dalla spesa corrente, in buona parte stipendi. Cosa farà il ministro Mariastella Gelmini, accusata dall'opposizione — significativo il titolo «Tagli strutturali» nella prima pagina de l'Unità,
con l'immagine dell'aula devastata dal crollo — di voler sottrarre fondi alla sicurezza delle scuole? «Di fronte a queste cifre il governo ha il dovere di rivedere i meccanismi di spesa — spiega il ministro — e spostare risorse sugli investimenti. Non ha senso parlare di scuole sicure con appena il 3 per cento del bilancio destinato agli investimenti».
Sin dai primi giorni dell'insediamento, Mariastella Gelmini, tra i tanti «dossier» è rimasta colpita da quello di Legambiente sulla sicurezza degli edifici scolastici. Al punto che ha approfondito i contenuti discutendone con gli autori. L'emergenza sicurezza nelle scuole era fin troppo chiara. «L'ho denunciata subito, alla Camera, facendo riferimento alla necessità di reimpostare la spesa — ricorda il ministro —. E ho anche sollecitato il completamento dell'anagrafe degli edifici scolastici, che era ferma. Comincerà a funzionare da gennaio, al più tardi da febbraio». Da allora, la Gelmini non ha mai mollato la presa. «Nel decreto 137, quello del maestro unico — dice ancora la Gelmini — c'è un articolo sul finanziamento dell'edilizia scolastica, frutto del lavoro mio e di Bertolaso. È previsto un intervento urgente per la messa in sicurezza delle 100 scuole più a rischio, in gran parte al Sud e in zona sismica».
Altre polemiche sono sorte sulle proroghe (dal 2004 si è arrivati al dicembre 2009) della messa in sicurezza delle scuole prevista dalla legge 626. La Gelmini ha chiesto una Conferenza unificata Stato-Regioni-Enti locali.
«La divisione delle competenze — continua il ministro dell'Istruzione — non deve diventare un alibi, non deve diminuire l'efficacia dei controlli che, a mio giudizio, dovrebbero essere orientati anche sulle condizioni delle strutture edilizie.
Nella maggior parte delle nostre scuole, che hanno un'età compresa tra i 20 e i 30 anni, ci sono le maniglie ant ipanico, ma purtroppo si è un po' persa di vista la staticità».
G.Ben.


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