Corriere-L'ironia di Maroni: "È uno sciopero "part-time"". Pezzotta: "Se lo vuole a tempo pieno lo prepareremo"

Pensioni, i sindacati fermano l'Italia per quattro ore

L'ironia di Maroni: "È uno sciopero "part-time"". Pezzotta: "Se lo vuole a tempo pieno lo prepareremo"

ROMA - Prima prova di forza sulle pensioni. Sciopero generale di 4 ore, oggi, contro la riforma proposta dal governo Berlusconi che alza da 35 a 40 anni il minimo di contributi per la pensione di anzianità, a partire dal 2008. Il ministro del Lavoro, Roberto Maroni, snobba la protesta, definendola uno sciopero "part-time". Cgil, Cisl e Uil replicano annunciando che andranno avanti fino a quando il governo non farà marcia indietro. "Maroni vuole uno sciopero a tempo pieno? Lo prepareremo", dice il leader della Cisl, Savino Pezzotta. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, sottolinea che "in Europa è iniziato un impressionante ciclo di riforme dello Stato sociale" e che in Italia è necessario intervenire perché altrimenti la spesa previdenziale diventerebbe "insostenibile".

LO SCIOPERO - Gli uffici pubblici, le poste, i servizi sanitari e la scuola si fermano per tutto il giorno. Le banche restano chiuse per l'intera mattina. Aerei a terra dalle 12.30 alle 16.30. Treni fermi dalle 9 alle 13. Partenze ritardate di 4 ore per i traghetti. Quattro ore di sciopero anche per bus, tram e metropolitane, secondo orari decisi a livello locale. I lavoratori delle agenzie di stampa e dei quotidiani incroceranno le braccia lunedì 27, per l'intera giornata. Domani, invece, voli regolari: non c'è più lo sciopero degli uomini radar dell'Anpcat.

LE MANIFESTAZIONI - Lo sciopero sarà accompagnato da manifestazioni in tutte le principali città. Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, parlerà a Bologna, quello della Cisl, Savino Pezzotta, a Roma (in piazza ci sarà anche il leader dei Ds, Piero Fassino) e quello della Uil, Luigi Angeletti, a Napoli. Martedì le tre confederazioni decideranno le nuove iniziative: una manifestazione per il Sud, il 15 novembre, una grande manifestazione nazionale a Roma, come quella del '94, probabilmente il 6 dicembre e forse un nuovo sciopero generale. Alla protesta di oggi aderiscono anche l'Ugl, il sindacato vicino alla destra, e il Forum del terzo settore. E manifestazioni sono in programma anche da parte dei Cobas e del sindacato autonomo Cisal.

LA PROPOSTA - Maroni ha annunciato che la riforma dovrebbe essere portata al Senato lunedì prossimo. Prenderà la forma di un emendamento al disegno di legge delega sulla previdenza presentato due anni fa. La discussione parlamentare si annuncia piena di ostacoli. Il governo ha fretta: vuole l'approvazione della riforma entro la fine dell'anno in modo che nel 2004 possano partire gli incentivi per chi ritarda il pensionamento. Ma ci sarà una valanga di emendamenti. Nella stessa maggioranza An e Udc vogliono modifiche per rendere graduale l'aumento da 35 a 40 anni del minimo contributivo. E poi ci saranno le proposte alternative dell'opposizione e del sindacato, tutte da costruire. Intanto, un gruppo di parlamentari della Casa delle Libertà ha costituito un comitato a sostegno della riforma Berlusconi. Il presidente della Confindustria, Antonio D'Amato, boccia lo sciopero e invoca la ripresa del confronto. Secondo un sondaggio realizzato da Ricerca-Demoscopea, il 58,5%% degli italiani è contrario alla riforma e solo il 21,4% a favore.
Enrico Marro

Economia