Corriere: L’esame delle medie diventa più severo
I ragazzi avranno maggiori difficoltà nell’ottenere il massimo dei voti La valutazione finale sarà ottenuta in base a quella delle singole prove: se non sono tutte alte, niente lode
ROMA — L’esame di terza media diventa più difficile. Dal prossimo anno superare a pieni voti la «minimaturità» — l’appellativo è nato dopo l’introduzione della prova nazionale Invalsi a base di test — potrebbe diventare un’impresa davvero complicata. Se dovessimo paragonare le due prove tenendo conto della facilità con cui si riesce a ottenere il punteggio massimo, l’esame di terza media edizione 2010 risulterà più severo e rigoroso della stessa maturità. Insomma i tredicenni avranno minori probabilità di ottenere un bel 10 — e relativa lode — di quante ne avranno i diciottenni di strappare un ambitissimo 100 o un 100 e lode.
La colpa, secondo uno studio apparso su Tuttoscuola. com , è del nuovo regolamento sulla valutazione appena entrato in vigore e che per l’esame di terza media avrà effetto dal prossimo anno. Un’iniezione di rigore e severità; ammissione solo se uno ha tutte sufficienze, frequenza obbligatoria e anche una nuova regola: i voti alti non si regalano, da imparare a tredici anni. Dall’esame di terza media 2010. Fino all’anno scorso (2007-2008) c’erano i giudizi. E i prof non lesinavano. L’«ottimo», il massimo, è stato conseguito dal 17,25% degli studenti che hanno sostenuto l’esame. Quest’anno sono arrivati i voti espressi in decimi e i «superbravi » sono scesi al 7,92 per cento. Il passaggio dagli aggettivi alle cifre ha comportato— senza che fosse entrato in vigore il regolamento di valutazione e quindi con i prof abbastanza liberi nella valutazione — un dimezzamento degli studenti che sono riusciti a ottenere il punteggio più elevato. Nel prossimo esame, lascia intendere Tuttoscuola.com , i 10 saranno ancora di meno. Una rarità.
La ragione principale si chiama media aritmetica. Durante lo scrutinio finale il consiglio di classe non dovrà fare altro che sommare i risultati, in decimali, di tutte le prove (scritte e orali), compreso il voto di ammissione all’esame (detto «giudizio di idoneità»), espresso anch’esso in decimi, e poi dividere. Si tratta di sei o sette voti. Non sarà facile, almeno per la quasi totalità degli oltre 500 mila ragazzi che tra un anno sosterranno la «minimaturità», strappare un 9,5 (si può arrotondare) in cinque o sei prove, nel giudizio di idoneità e ottenere la media del 10.
Nel regolamento dell’esame di terza media, che introduce per i tredicenni che si distinguono il 10 e lode, non si dà molto peso al profitto del ragazzo nei tre anni precedenti, a differenza di quanto succede alla maturità. Qui 25 punti su 100 sono attribuiti col credito scolastico, cioè in base al profitto. Un ragazzo che ha sempre studiato ha maggiori possibilità di compensare una o due prove non troppo fortunate. Nell’esame di terza media non c’è nessun credito, nessun «bonus ». Difficile perciò, con il singolo voto di idoneità, compensare il risultato di altre cinque o sei prove.
Giulio Benedetti