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Corriere: L'Erasmus va alle Superiori All'estero per studio già a 14 anni

Progetto pilota della Ue: da 3 a 6 mesi in una famiglia straniera

17/02/2007
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Corriere della sera

Progetto pilota della Ue: da 3 a 6 mesi in una famiglia straniera

ROMA — Erasmus va al liceo. A partire da settembre, il progetto dell'Unione Europea che in 20 anni ha fatto studiare all'estero un milione e mezzo di universitari sarà esteso a tutte le scuole superiori, istituti tecnici compresi. Un progetto pilota per il momento, quasi un assaggio: per un anno coinvolgerà 650 studenti e potrà contare su 2 milioni di euro stanziati da Bruxelles. Ma in futuro potrebbe crescere, fino a diventare un altro mattone in quella faticosa costruzione dell'Europa per cui gli scambi universitari hanno fatto forse più della politica.

PROGETTO — Il via libera operativo della commissione europea è arrivato questa settimana. Alla fine la scelta è caduta su un nome più burocratico del vecchio Erasmus: Ipm, Individual pupil mobility, mobilità studentesca individuale. Dieci i Paesi coinvolti: l'Italia potrà mandare all'estero 110 studenti, numero inferiore solo a quello della Germania con 120. Non c'è la Gran Bretagna che, con il richiamo dell'inglese, avrebbe monopolizzato gran parte delle domande. Ci sono, invece, nazioni meno facili, come l'Estonia o la Finlandia. Ma come al solito la commissione ha cercato un equilibrio tra le sue varie anime: Paesi grandi e piccoli, Paesi fondatori e di fresca adesione. Tutti avranno un'occasione.

CHI PARTECIPA — Potranno partecipare i ragazzi tra i 14 e 18 anni. Ma non saranno loro, né le loro famiglie, a presentare domanda. Toccherà alle scuole e non tutte potranno. Al progetto pilota possono partecipare solo gli istituti che negli ultimi tre anni hanno preso parte a Comenius, un altro progetto di scambio di studenti delle superiori che però all'estero andavano solo per tre settimane. In Italia la gestione di questo primo anno di sperimentazione è stata affidata a Intercultura, un'organizzazione non governativa che da più di 50 anni organizza programmi di scambio in tutto il mondo e che si è costruita una solida esperienza. Le domande dovranno arrivare a Intercultura entro il 23 marzo. Se dovessero superare i posti disponibili, ci sarà una selezione nazionale.

COME FUNZIONA — Il periodo di studio all'estero potrà durare da tre a sei mesi. Non è necessario parlare la lingua del Paese ospitante, ma è obbligatorio conoscerne una diversa da quella d'origine. A differenza dell'Erasmus per gli universitari, i ragazzi non andranno a vivere per conto loro o in residenze per studenti. Saranno ospiti di famiglie del posto. La borsa di studio coprirà un viaggio di andata e ritorno più le spese necessarie per la scuola, anche se la cifra precisa non è stata ancora fissata. Vitto e alloggio, naturalmente, sono a carico di chi ospita. La famiglia che decide di mandare il proprio figlio all'estero potrà ospitare in casa un ragazzo straniero. Un modo per vedere le due facce della stessa medaglia.

IL FUTURO — A giugno del 2008, quando il progetto pilota sarà terminato, l'Unione Europea tirerà le somme. Vedrà i risultati e deciderà se prolungare la sperimentazione, sospenderla oppure aumentare i fondi e mettere a regime l'Erasmus per ragazzi. «Rispetto agli scambi universitari — spiega Roberto Ruffino, segretario generale di Intercultura — la gestione è più complicata. Si tratta di minori, non di giovanotti di 20 anni e quindi possono avere qualche problema di ambientamento in più». Ma il gioco vale la candela: «Più che un'esperienza di studio — dice ancora — questa è una vera e propria esperienza di vita: quando si è ancora ragazzini, aprire l'orizzonte è ancora più facile e utile».

Non è necessario parlare la lingua del Paese ospitante Le domande entro il 23 marzo


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