Corriere: L’ateneo assume prof gratis A Pisa la rivolta dei precari
Zero stipendio per 204 posti su 264. «Disertate il bando»
MILANO — Il contratto? C’è, ma senza stipendio. E i precari, com’è ovvio, non ci stanno. Succede a Pisa, ateneo tra i più antichi e illustri d’Italia, tra i «promossi » della lista in base alla quale il Ministero ridistribuirà i fondi per il prossimo anno accademico. E che ha deciso di mettere a bando 264 contratti di insegnamento per corsi annuali o semestrali. Di questi, 204 sono «a titolo gratuito». Una possibilità prevista dal decreto ministeriale dell’8 luglio scorso, che disciplina i «criteri e modalità per il conferimento di incarichi di insegnamento gratuiti e retribuiti». Una procedura che per la prima volta avviene tramite bando pubblico. E va detto che in molti, vista la mala parata economica derivata dai tagli ai finanziamenti, hanno deciso (chi a denti stretti, chi meno) di approfittarne; a Pisa, però, quella valanga di contratti senza paga ha scatenato un putiferio.
«Io gratis non lavoro». Così si intitola la campagna di boicottaggio lanciata dal Coordinamento dei precari della didattica e della ricerca dell’ateneo pisano: un appello alla «indisponibilità» che ha raccolto l’adesione di oltre 120 persone. In mezzo, presîdi e contestazioni, una lettera al ministro Gelmini (per denunciare presunte «irregolarità») e ipotesi di azioni legali. La parola d’ordine è disertare i bandi, «indipendentemente dalla natura gratuita o remunerata del posto ». Perché, spiega Giuseppe Marcocci, ricercatore alla Normale, «il problema è anche l’incoerenza tra retribuiti e no, una differenziazione inaccettabile. Sul bando di Lettere, l’unico che ad oggi è stato chiuso, abbiamo ottenuto qualcosa: sui 74 contratti a titolo gratuito, 26 sono andati deserti » .
«O tutti o nessuno», è lo slogan del Coordinamento. La cui battaglia ha raccolto solidarietà in ambito sia politico che sindacale (e in settimana è programmato un incontro con Eugenio Baronti, assessore regionale alla Ricerca e all’Università). «L’ateneo di Pisa — commenta Massimiliano Casalini (Sinistra e Libertà), capogruppo de La Sinistra in consiglio provinciale — è stato annoverato tra i 'virtuosi': bene, purché non avvenga a danno dei precari. Serve un ripensamento, non si può sfondare in maniera così sfrontata sul terreno del diritto del lavoro». «L’università — interviene Daniela Fabbrini, segretario generale Flc-Cgil Pisa — aveva già autorizzato le supplenze gratuite, che però erano affidate a docenti strutturati. Qui, invece, ci andrà di mezzo chi da anni mette a disposizione la sua professionalità, e a cui ora si chiede di lavorare gratis».
La Cgil, che con i Cobas è scesa in piazza a fianco dei precari, sta «valutando la possibilità di una vertenza legale». Il rettore Marco Pasquali frena: «Attenzione, non sappiamo ancora chi abbia risposto ai bandi. Se si tratta di professori, terranno un corso in più, ma avendo già lo stipendio. Pisa è tra gli atenei con il miglior rapporto docenti di ruolo- corsi di base; quelli di cui parliamo sono un’offerta in più, corsi specialistici, e neppure in numero maggiore rispetto agli altri anni, quando erano le facoltà ad assegnarli a volontari interni». Una cosa, però, Pasquali la concede: «Ripeto, aspetto i risultati. Ma se effettivamente avesse fatto domanda un numero elevato di giovani, senza altra fonte di retribuzione... be’, allora andrà fatta una riflessione seria sull’uso di questo strumento».
Gabriela Jacomella
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