Corriere: L'appello del Colle boccia chi alza lo scontro nel governo e nel Pd
Un discorso contro chi vede ogni «taglio» come nefasto
La Nota di Massimo Franco |
C' è uno scarto vistoso fra l'attacco liquidatorio di Pd e Cgil contro la riforma scolastica del governo, e le parole pacate pronunciate ieri da Giorgio Napolitano. Il leader sindacale Guglielmo Epifani minaccia addirittura uno sciopero contro il ministro Mariastella Gelmini. Ma l'appello del capo dello Stato ad «evitare contrapposizioni pericolose» suona come una bocciatura sia di chi nel governo è tentato dallo scontro; sia di quanti, in sindacato e opposizione, sono decisi a bloccare la riforma. La polemica contro i «tagli» alla scuola; la raffigurazione di un sistema scolastico in via di smantellamento, e di una legge che aumenterà solo i problemi delle famiglie: sono atteggiamenti che il presidente della Repubblica registra con severità. Pur avvertendo che non si può modificare la legge ad ogni cambio di maggioranza, Napolitano è netto. Vuole «scelte coraggiose di rinnovamento», non «posizioni di pura difesa dell'esistente». Non solo. Il capo dello Stato apprezza come «importante e positiva» la decisione del ministro Gelmini di sperimentare un ciclo di lezioni dedicate a «Cittadinanza e Costituzione». E suggerisce «senso della misura e realismo » anche in materia di risorse finanziarie. È una sorta di controverità, rispetto alla vulgata che contrasta ogni «taglio» come nefasto, presentando l'iniziativa del governo in modo catastrofico. Napolitano non lascia spazio alla retorica. E con durezza avverte che l'Italia deve ridurre il deficit pubblico: è nel suo interesse, e le è richiesto dall'Ue. Così, mentre il partito di Di Pietro parla di «strage degli innocenti », di «becera forma di darwinismo sociale», il ministro Gelmini applaude Napolitano. E mentre il segretario del Pd, Walter Veltroni, dichiara che «il governo ripropone un disegno che aumenta le disuguaglianze sociali, dal Quirinale arrivano giudizi ponderati. Colpisce l'invito ai professori perché si aprano al cambiamento; e le sue parole asciutte sull'esigenza, «inutile negarlo », di un contenimento anche della spesa per la scuola. Non si tratta di un discorso «governativo». In filigrana, affiorano critiche a quanti si ostinano a non volere il dialogo con l'opposizione. Per paradosso, a mostrare Napolitano più favorevole alla riforma Gelmini di quanto forse non sia, sono i toni altissimi con i quali Pd e Idv la bocciano. È uno degli effetti collaterali dell'alleanza che si andrebbe cementando fra Veltroni e Di Pietro: una convergenza all'insegna dell'antiberlusconismo; e, proprio per questo, foriera di malintesi con una parte del Pd, e perfino con il Quirinale. |