Corriere it: L'ombra dei brogli spacca l'Unione
referendum sul welfare. buona Affluenza nelle fabbriche di tutta italia
Bertinotti sulle presunte irregolarità denunciate
da Marco Rizzo del Pdci: «Cautela nei termini»
ROMA - Marco Rizzo spacca l'Unione. L'accusa avanzata dal deputato dei Comunisti italiani di presunti «brogli» nella consultazione indetta dai sindacati sul protocollo del welfare ha sollevato pesanti polemiche e una vera e propria levata di scudi. «Non sono a conoscenza di brogli e sarei molto cauto nell'usare quel termine - ha osservato per esempio il presidente della Camera, Fausto Bertinotti - Si tratta di un'operazione impegnativa e complessa, fondata sull'autodisciplina. È un esercizio di democrazia straordinario, possono esserci dei nei, ma trovo fuorviante discutere di brogli».
PRODI: PROTOCOLLO NON CAMBIA - E Romano Prodi ha comunque ribadito che non verrà cambiato il protocollo sul welfare firmato dalle parti sociali, anche se sottolinea che l'esito del referendum è da prendere in seria considerazione.
Il voto sul welfare (Liverani)
I SINDACATI - Le ombre sollevate da Rizzo - durante una puntata di Porta a Porta - sulla consultazione tra i lavoratori sul protocollo del welfare firmato il 23 luglio da governo e parti sociali riguardano il voto «multiplo» di alcuni lavoratori, in diversi seggi. «Guastatori» inviati proprio dal deputato del Pdci a votare più volte in differenti «seggi» per dimostrare l'inattendibilità dell'esito del referendum. Un «blitz» che non è riuscito allo staff di Michele Santoro: un collaboratore del programma «AnnoZero» ha cercato di votare più volte ma è stato fermato. Cgil, Cisl e Uil hanno diffuso una piccata smentita: «Non consentiremo che siano minimamente messe in discussione regolarità, trasparenza e finalità del processo in atto», si legge in una nota congiunta. Le tre confederazioni parlano di «un tentativo teso a sminuire e inquinare l'importanza dell'espressione democratica da parte di lavoratori e pensionati». «La verifica in corso è gestita secondo le regole e gli schemi adottati dal sindacato in caso di accordi interconfederali e di contratti di categoria e sta registrando una diffusa partecipazione e la volontà di concorrere al giudizio sul protocollo», dicono i tre sindacati. Altri esponenti sindacali parlano di «provocazione» da parte di Rizzo a lavoratori e sindacati, come ha detto Enrico Panini, segretario generale della Flc Cgil: «Un livore preoccupante ed inaccettabile, considerato che proviene da chi sostiene di avere a riferimento il movimento operaio».
MUSSI: VERGOGNOSO PARLARE DI BROGLI - Il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ha detto, dal canto suo, di avere «grande rispetto per il sindacato e per la sua autonomia», mentre il riferimento a brogli è definito «vergognoso» da Fabio Mussi: «I giudizi sul protocollo del welfare possono essere, anzi sono articolati. Ma colpire la rappresentanza dei lavoratori e creare confusione e sconcerto è una cosa vergognosa», ha dichiarato il ministro della Ricerca.
FERRERO: MEGLIO TACERE - Un altro ministro, Paolo Ferrero, titolare del dicastero della Solidarietà sociale commenta amaro: «Chi fa politica - ha commentato - dovrebbe tacere, questa è una cosa che riguarda il sindacato al suo interno e quindi i sindacalisti».
DILIBERTO DIFENDE RIZZO - Va controcorrente invece Oliviero Diliberto, del resto segretario del partito di Rizzo: «Credo che sia interesse del sindacato che la consultazione avvenga in modo trasparente e il nostro allarme su presunte irregolarità aiuta il sindacato, da cui ci aspettiamo smentite circostanziali che fughino ogni sospetto», ha detto Diliberto. «L'esito delle consultazioni - prosegue - è importante e quindi crediamo di aver fatto un buon servizio al sindacato». Il segretario non sembra intimorito dal coro di condanne che si è levato nella sinistra contro le parole di Rizzo: «Ultimamente anche a sinistra siamo rimasti soli a dire cose scomode».
«QUALCHE IRREGOLARITÀ» - Dal sindacato negano l'esistenza di brogli , anche se il segretario nazionale della Fiom, Gianni Rinaldini, ammette che «in una consultazione come questa ci siano alcune situazioni irregolari».
AFFLUENZA MASSICCIA - Intanto il voto prosegue a buon ritmo (ricordiamo che le urne sono state aperte lunedì e che si voterà fino a mercoledì alle 14): nelle fabbriche della Fiat di Mirafiori e Termini Imerese l'affluenza è vicina al 70%. Molti i contrari: tra i lavoratori che rispondono alle domande dei giornalisti sono numerosi quelli che sembrano convinti che la maggioranza sia contraria all'accordo: «Ho votato no, tutti hanno votato no», dicono gli operai che salgono sui pullman che li riportano a casa. Tra un coro di no c'è qualcuno che ammette di aver votato sì: «Perché questo accordo è migliorativo della situazione precedente». Secondo la Fim di Torino, nella seconda giornata di votazione, si è raggiunto il 50% in media: all’Iveco avrebbe votato il 65%, il 65% alle Presse di Mirafiori, il 27% agli Enti centrali di Mirafiori, il 61% al Centro Ricerche, il 45% all’Alenia Aeronautica, il 40% alle acciaierie Thyssenkrupp, il 50% all’Alenia Spazio. Si continua a votare anche nel resto d'Italia. A Bologna, per esempio, in due giorni sono stati già raccolti circa 80mila voti per il referendum sul protocollo sul welfare (circa 30mila pensionati e 50mila lavoratori attivi). E tutto procede «senza problemi», fanno sapere dalla Camera del lavoro scacciando anche lo spettro di brogli ventilato dal Pdci. «È una cosa che ci fa ridere molto. Anzi no, ci preoccupa molto», commenta Giuseppe Sabbiuni, direttore generale della Camera del lavoro.