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Corriere-Istruzione, un lusso per milioni di bambine nel mondo

RAPPORTO UNICEF "Istruzione, un lusso per milioni di bambine nel mondo" DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK...

19/04/2005
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Corriere della sera

RAPPORTO UNICEF
"Istruzione, un lusso per milioni di bambine nel mondo"
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK - Per milioni di bambini in tutto il mondo andare a scuola è un lusso, ma per le bambine è ancora peggio: sono loro le più discriminate. Lo dice l'ultimo rapporto dell'Unicef "Progress for Children", facendo il punto sulla parità di genere nella scuola primaria. "Malgrado i progressi a livello mondiale - denuncia il rapporto - troppe bambine restano ancora fuori dai banchi".
Il numero di scolari che frequentano la scuola elementare oggi è il più alto di sempre. Secondo le proiezioni, entro il 2005 "solo" 100 milioni di bambini saranno esclusi dalla scuola primaria, contro i 115 milioni del 2001. Ma, secondo l'Unifec, troppi di loro sono femmine. Nonostante la superiorità numerica, soltanto 96 bambine per ogni 100 maschi frequentano oggi le lezioni di base. Se non bastasse, soltanto 125 nazioni raggiungeranno entro il 2005 l'obiettivo d'eguaglianza scolastica maschi-femmine, che nel manifesto votato dal Millennium Summit dell'Onu (nel 2000) dovrebbe essere realizzato non oltre il 2015. Ben 55 paesi falliranno il bersaglio, soprattutto nelle nazioni islamiche più oltranziste di Medio Oriente, Asia Meridionale ed Africa, dove la discriminazione contro le donne inizia sin dalla culla.
Oltre a derubarle d'opportunità per il futuro, gli ostacoli che tengono le bambine lontane dalla scuola hanno un impatto catastrofico sulla loro stessa sopravvivenza. "L'istruzione non significa solo imparare. In molti Paesi è una via di salvezza", ha dichiarato il direttore generale dell'Unicef Carol Bellamy nel presentare il rapporto. "Una bambina esclusa dalla scuola è una preda più facile dell'Aids e ha meno possibilità di creare una famiglia sana".
A congiurare contro l'accesso delle ragazzine a scuola sono molti fattori: dalla povertà, all'incidenza delle malattie, dalle guerre civili al lavoro minorile, dal traffico di bambini ai disastri naturali che hanno messo in ginocchio i Paesi in via di sviluppo con infrastrutture e sistemi scolastici già molto precari. Ma il fattore forse più decisivo, che influisce sulla capacità dei bambini di studiare, è l'istruzione delle madri. Il 75% dei minori che non frequentano la scuola primaria nei paesi in via di sviluppo hanno madri che, a loro volta, non hanno mai messo piede in una scuola.
Per tradurre in realtà la possibilità di imparare almeno a leggere e scrivere, dice L'Unicef, saranno necessari cambiamenti radicali di politica e mentalità nei Paesi "ultimi della classe" quali Yemen, Niger, Mali e Pakistan. Ma la responsabilità è anche degli altri. "Tutti debbono cominciare a considerare l'istruzione un diritto umano fondamentale, non un qualcosa in più concesso quando i bilanci lo permettono", incalza l'Unicef.
Secondo l'Onu sarà necessario un contributo ulteriore di 5,6 miliardi di dollari l'anno per raggiungere l'obiettivo. Solo alcuni paesi più ricchi hanno stanziato fondi per questa sfida: la Gran Bretagna, che ha promesso 2,68 miliardi di dollari per i prossimi 3 anni, e la Norvegia, 51 milioni di dollari per i programmi d'istruzione dell'Unicef nel 2003-2004.

Alessandra Farkas


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